Phelps e lo scandalo del doping dei nuotatori cinesi: al congresso Usa la leggenda americana chiede la riforma dell’agenzia mondiale

Lo squalo di Baltimora quando divorava record, conquistava medaglie, mangiava migliaia di calorie al giorno. Oltre 10mila. Anche junk food: hamburger e patatine. Ma erano le uniche cose poco pulite che Michael Phelps ha accettato (se si esclude quella volta che ha voluto provare a fumare marijuana e la foto con la pipa a una festa fece scaldalo in America). Ma schifezze, sostanze che lo aiutassero ad andare ancora più veloce, doping insomma, no. Il suo mantra era: “nuota, mangia, dormi, nuota”. E più di una volta ha sottolineato quanto frustrante è stato gareggiare e scoprire poi che almeno uno degli altri in vasca con lui sarebbe poi stato squalificato per doping.

La battaglia contro il doping e la richiesta al Congresso

È diventato una leggenda in modo pulito, solo perché era il più forte. Non ha avuto bisogno di nessuno per le 28 medaglie olimpiche di cui 23 d’oro. E aveva promesso uscendo dall’acqua che avrebbe fatto una battaglia contro le federazioni che non fanno abbastanza contro chi si dopa. E davanti al Congresso americano, in sottocommissione di Sorveglianza e Controllo, insieme alla collega quattro volte medaglia d’oro Allison Schmitt, ha chiesto una urgente riforma dell’Agenzia mondiale antidoping per come ha gestito lo scandalo doping nel nuoto cinese nel 2021: “Invito il Congresso a utilizzare la sua notevole influenza sulla WADA per rendere l’organizzazione indipendente ed efficace. Non può essere una coincidenza cheabbia ceduto ancora una volta alle pressioni dello sport internazionale, a scapito dell’atleta.

I 23 nuotatori cinesi positivi e la spiegazione del cibo

Lo scorso aprile il New York Times e l’emittente tedesca ARD hanno rivelato che 23 nuotatori cinesi erano risultati positivi nel 2021 alla trimetazidina, una sostanza che può migliorare le prestazioni. Nessuno dei 23 nuotatori è stato sospeso o sanzionato, e la WADA aveva accettato la giustificazione delle autorità cinesi: i risultati, dice Pechino, erano falsati ed erano dovuti alla contaminazione del cibo servito in un hotel. Molti di questi atleti hanno poi vinto medaglie alle Olimpiadi di Tokyo. E 11 sono tra i nuotatori selezionati per le Olimpiadi del 2024 a Parigi.

“Come atleti, non possiamo più fidarci ciecamente dell’Agenzia mondiale antidoping, che dimostra continuamente di essere incapace o riluttante a far rispettare le sue politiche in modo coerente in tutto il mondo”, ha continuato Phelps.

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