Cresce il biologico in Italia: i terreni coltivati con questo metodo sono un quinto del totale
Grazie a 106 mila ettari in più, pari a un incremento del 4,5% rispetto all’anno precedente, il totale delle superfici agricole coltivate con metodo biologico in Italia (Sau), quelle dedicate alle colture senza chimica di sintesi, ha raggiunto i 2,46 milioni di ettari sfiorando il 20% del totale. Un dato che porta l’Italia tra i paesi con la percentuale di Sau più elevate in Europa e facendola avvicinando ulteriormente all’obiettivo del 25% previsto dal Piano strategico, per il 2027. Questi sono alcuni dei dati più interessanti del rapporto “Bio in cifre 2024” curato dal Sinab (il Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica) per il ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, presentati al convegno Ismea “Appuntamento con il bio”.
Questi dati, sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, “attestano che il biologico continua a crescere, anche se a un ritmo più contenuto, indubbiamente influenzato dalle crisi ambientali, climatiche e sociali. I consumi fanno registrare un incremento più a valore che a volume, risentendo degli effetti inflazionistici di un mercato caratterizzato da instabilità e volatilità”. Continuando a scorrere i dati spicca l’aumento degli operatori biologici che hanno toccato quota 94.441 (+1,8% rispetto al 2022), di cui 84.191 è rappresentato da aziende agricole bio (+1,9%).
Anche sul fronte dei consumi, i numeri sono positivi. Nel 2023 infatti, l’andamento delle vendite di alimenti biologici in Italia ha avuto un incremento del 5,2%, per un valore complessivo di 3,8 miliardi di euro. Resta però ancora tanto da fare. “Per imprimere una spinta propulsiva al settore” continua Mammuccini, “occorre agire su diversi fattori come semplificazione burocratica, ricerca, innovazione, formazione e assistenza tecnica, organizzazione della filiera con l’obiettivo del giusto prezzo, attraverso la rapida attuazione del Piano d’azione nazionale per il bio e delle misure del Piano strategico italiano della Pac”.
Se per sostenere una crescita sana del biologico, l’incremento della produzione nazionale deve essere supportato da un’equivalente crescita dei consumi interni, conclude Mammuccini, “occorre stimolare la domanda, sensibilizzando i cittadini sulle ricadute positive che il biologico comporta per l’economia, la salute delle persone e dell’ambiente. Inoltre è fondamentale semplificare le procedure per ridurre i costi di consulenza e supporto legati alla certificazione, che vanno ad aggravare e penalizzare soprattutto le piccole e medie aziende bio italiane, che rappresentano la storia del biologico, valorizzando l’identità e il legame con il territorio, in particolare delle aree interne e rurali, e favorendo il rapporto diretto tra produttori e consumatori di buon cibo biologico”.
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