Le Borse di oggi, 1 agosto. La Fed non sostiene i mercati. Sprint dei conti per Meta

MILANO – Le parole di ieri sera del presidente della Fed Jerome Powell, che ha indicato per settembre una prima data possibile per il taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale Usa non spingono i mercati in avvio,che registrano anche i brillanti risultati messi in luce da Meta, che ha registrato ricavi in crescita del 22% e un utile in crescita del 73% nel secondo trimestre.

Sempre in tema di banche centrali gli investitori attendono l’esito della riunione della Banca d’Inghilterra, che oggi dovrebbe annunciare il primo taglio dei tassi di interesse.

Sulla sponda asiatica seduta in forte calo per Tokyo, appesantita dal rialzo dei tassi da parte della Bank of Japan e dal rafforzamento dello yen, che penalizza tradizionalmente l’export.

L’Upb alza le stime del Pil all’1%

Nella seconda metà dell’anno l’attività economica italiana continuerà “a ritmi moderati”. Lo afferma l’Upb nell’ultima nota sulla congiuntura di agosto, stimando che il Pil dell’Italia aumenterà dell’1% sia nel 2024 sia nel 2025. “Le previsioni – precisa l’Ufficio parlamentare di bilancio – presumono il completo utilizzo delle risorse” del Pnrr. Rispetto al quadro di aprile, le proiezioni sono state lievemente riviste al rialzo sul 2024 (le precedenti erano di una crescita dello 0,8%) e marginalmente abbassate nel 2025 (erano all’1,1%).
Nel Def è prevista una crescita tendenziale del Pil dell’1% nel 2024 e dell’1,2% nel 2025.

Le Borse europee proseguono in calo

Le Borse europee procedono in calo, con il Cac 40 di Parigi che cede l’1,29% a 7.434,03 punti, il Dax di Francoforte l’1,2% a 18.277,35 punti e il Ftse 100 di Londra lo 0,25% a 8.347,44 punti. Il costo dei prestiti nel Regno Unito potrebbe essere ridotto giovedì per la prima volta dall’inizio della pandemia di coronavirus, più di quattro anni fa, anche se gli economisti hanno sottolineato che la decisione sarà probabilmente molto combattuta. Gli economisti sono divisi se la Banca d’Inghilterra taglierà il suo tasso d’interesse principale di un quarto di punto dall’attuale massimo di 16 anni del 5,25%, o se si asterrà fino a settembre. Sebbene l’inflazione abbia raggiunto l’obiettivo della banca del 2%, diversi membri del comitato politico composto da nove membri hanno espresso la loro preoccupazione per le persistenti pressioni sui prezzi nel settore dei servizi, che rappresenta circa l’80% dell’economia britannica. I tassi di interesse nel Regno Unito sono rimasti invariati per un anno dopo una serie drammatica di rialzi, ma da qualche mese è chiaro che il Comitato di politica monetaria si sta muovendo verso un taglio. Nelle ultime due riunioni, due dei nove membri si sono espressi a favore di una riduzione.

Le Borse aprono tutte in calo tranne Londra

Apertura in calo per le Borse europee, a eccezione di Londra, in attesa delle decisioni della Boe.
A Francoforte il Dax cede lo 0,43% a 18.419,95 punti, a Parigi il Cac 40 scende dello 0,69% a 7.479,45 punti e a Madrid l’Ibex-35 cala dello 0,25% a 11.038,55 punti. Negativa anche Milano con l’Ftse Mib che segna +0,49%.

Trimestre in calo per Tenaris

Nel secondo trimestre Tenaris, produttore e fornitore a livello globale di tubi e servizi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas, ha visto scendere l’utile a un livello inferiore alle stime di consensus e ha registrato un calo dei ricavi, che comunque hanno superato le previsioni degli analisti. Come si legge in una nota, “le vendite nette sono state più” resilienti del previsto, con le consegne che si sono mantenute a un livello elevato in medio oriente, negli Stati Uniti e nelle regioni offshore, e i prezzi medi di vendita hanno beneficiato di un mix favorevole di prodotti.

I margini, tuttavia, hanno risentito del continuo calo dei prezzi degli Octg (oil country tubular goods) nelle americhe e l’utile netto ha risentito di un accantonamento straordinario registrato tra gli altri proventi e oneri operativì. La società ha chiuso il periodo a giugno con un utile netto di 348 milioni di dollari, 0,29 dollari per azione, il 69% in meno rispetto ai 1,136 miliardi, 0,95 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso (-54% rispetto ai tre mesi precedenti) e sotto i 535 milioni attesi dal consensus.

Le tensioni in Medio Oriente continuano a spingere il petrolio

Le tensioni in Medio Oriente continuano a spingere il prezzo del petrolio già ieri in forte rialzo. Il brent è a 80,72 dollari al barile in rialzo del 2,66%. Il wti è a 78,61 dollari al barile (+0,90%).

Condividi questo contenuto: