Patrizio Oliva: “Angela Carini può vincere se non fa a cazzotti. Ma servono regole certe”

“Io non ho cognizioni per addentrarmi in questioni mediche. Posso parlare da ex pugile sempre molto attento alle questioni della salute degli atleti. Quindi se, e sottolineo se, Imane Khelif combatte con delle caratteristiche incompatibili con un match di boxe femminile, allora siamo di fronte a una ingiustizia”. Patrizio Oliva di Olimpiadi ne sa qualcosa: sabato saranno 44 anni dal suo oro olimpico di Mosca. Nel 1980 la boxe femminile era a dir poco qualcosa di pionieristico, ora è un evento seguito a livello planetario. Lo sarà ancora di più oggi quando saliranno sul ring Imane Khelif e Angela Carini, categoria 66 kg, un primo turno atteso come se fosse la finale per l’oro.

Olimpiadi Parigi 2024: gare e medaglie di oggi in diretta

Calendario | Risultati | Medagliere

“Angela Carini può vincere, ma non deve fare a cazzotti”

Patrizio Oliva analizza il tutto anche dal punto di vista tecnico: “L’algerina ha una muscolatura imponente, ma tecnicamente vale poco. E’ una pugile che Angela può battere ad occhi chiusi a patto di non mettersi a scazzottare. In questo caso rischia di far valere la differenza di forza, Ma comunque vada, le regole d’ingaggio non sembrano proprio chiare”. Già, di questo match si parlerà a lungo anche perché pone un tema, quello della certezza delle regole.

Angela Carini e Imane Khelif, l’avversaria accusata di avere il testosterone fuori norma: a Parigi la boxe diventa un caso politico

Il decalogo del Cio

Il Cio in tal senso ha un decalogo basato su dieci regole. Inclusione. Prevenzione del danno. Non discriminazione. Equità. Nessuna presunzione di vantaggio. Approccio basato su evidenze. Primato della salute e autonomia corporea. Approccio incentrato sugli skateholder, Diritto alla privacy. Revisioni periodiche. Partiamo da inclusione e non discriminazione. Nessun atleta, che sia uomo, donna o in una condizione di transizione tra l’uno e l’altro sesso (transgender e intersex), può essere sottoposto a test medici per determinare il proprio genere di appartenenza. Lodevole, poi però il Cio demanda alle singole federazioni il compito di stabilire dei criteri oggettivi perché ci sia equità della competizione. E qui sta il vero punto della questione. La federazione algerina quando Imane Khelif è stata dichiarata non idonea a disputare la finale mondiale a Nuova Delhi ha gridato al complotto, asserendo che la propria pugile aveva tutto il diritto di combattere in campo femminile.

Imane Khelif, chi è l’algerina accusata di avere il testosterone fuori norma che affronterà Angela Carini

Quella esclusione decretata dall’Iba

La decisione di escluderla, proprio alla vigilia del match più importante della carriera, era stata presa dall’Iba, che ieri è tornata sull’argomemto specificandone alcune circostanze. E’ stato specificato che l’algerina non fu sottoposta ad un esame del testosterone, ma ad un test separato e riconosciuto – dettagli che restano confidenziali – in base ai quali ne era stata ne era stata decisa l’esclusione per salvaguardare la correttezza della competizione. Una decisione avverso la quale Khelif aveva presentato ricorso alla Tribunale Arbitrale dello Sport, salvo poi ritirarlo mentre il processo era in corso. Dunque, l’algerina era fuori gioco per l’Iba, che però a sua volta – e da parecchio tempo – è fuorigioco per il Cio.

Regole poco certe

Evitando di entrare nelle diatribe che hanno portato la boxe sull’orlo dell’esclusione a Los Angeles 2028 (si sta cercando di salvarla con la creazione della World Boxing, organismo sostituito dell’Iba), balza evidente la mancanza di regole precise che non solo non danno risposte, ma pongono solo una lunga serie di interrogativi. E guardando il decalogo, tutto appare evidente. Per esempio, la non discriminazione. Siamo sicuri che Angela Carini non sarà discriminata da una lotta che potrebbe rivelarsi impari? E la ‘Nessuna presunzione di vantaggio’. L’Iba sarà anche stata sconfessata dal Cio, ma il seme del dubbio germoglia. Primato della salute: in uno sport da combattimento come il pugilato è giusto lasciare praticamente il libero arbitrio alle singole federazioni? Speriamo solo che abbia ragione Patrizio Oliva, che Angela non faccia a cazzotti e spieghi alla rivale cosa sia la nobile arte. Comunque vada, nnn sarà una vittoria per nessuno e se ne parlerà a lungo.

Condividi questo contenuto: