Acea festeggia 115 anni. L’ad Palermo: “Acqua risorsa chiave dei prossimi anni”

Acea festeggia i 115 anni dalla sua fondazione e prova a indicare una strada per i prossimi. Al centro di tutto, sia della celebrazione che della strategia, c’è l’acqua, di cui la multiutility romana è diventata primo operatore italiano – con un bacino di 10 milioni di utenti e 56mila chilometri di rete idrica – e il secondo in Europa, e attorno a cui l’amministratore delegato Fabrizio Palermo sta provando a costruire il suo piano di espansione nel nostro Paese e all’estero.

Martedì sera in una Sala delle Fontane dell’Eur colorata di azzurro, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, di vari ministri e del sindaco di Roma Gualtieri, la società ha ripercorso la sua storia più che centenaria, nata dall’intuizione del sindaco Ernesto Nathan e dell’assessore Montemartini di fondare a Roma una società comunale dei servizi pubblici essenziali, affidandole la prima elettrificazione della città.

L’elettricità resta uno dei settori principali di attività di Acea, ma è il settore idrico che l’ad Palermo, arrivato alla guida lo scorso anno, ha reso il pilastro del suo piano industriale al 2028. “L’acqua è la risorsa principale dei prossimi anni”, ha detto Palermo, ricordando l’ulteriore enorme aumento di domanda che verrà generato da tecnologie come l’Intelligenza artificiale, a fronte di una disponibilità in diminuzione anche a causa della crisi climatica. “La rete italiana è vecchia, perde il 41%, a questi ritmi ci vorrebbero 250 anni per sostituirla”, ha detto il manager, chiedendo “una regia centrale con una visione d’insieme: siamo la generazione del rubinetto, ma non si può più dare per scontata la disponibilità della risorsa”. Palermo ha ribadito la richiesta già avanzata in più occasioni di una revisione del sistema tariffario che permetta di sostenere gli investimenti, oltre che di una ridefinizione degli ambiti territoriali, oggi troppo frammentati.

“Acea è un orgoglio di Roma”, ha detto Gualtieri, ricordando i vari progetti in corso per la Capitale, dall’ammodernamento del principale acquedotto che porta l’acqua in città, al piano di riutilizzo della risorsa, al progetto del termovalorizzatore “che permetterà di colmare il nostro gap di impianti”. Il Comune di Roma è l’azionista di maggioranza di Acea con il 51% del capitale, a fianco a soci privati come Suez e Caltagirone.

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