Taiwan, la Cina accerchia l’isola con aerei e navi. Pechino: “Severo avvertimento alle forze indipendentiste”. Gli Usa: “Molto preoccupati”

PECHINO – C’erano state a maggio le esercitazioni “Spada congiunta 2024-A” e dunque era quasi scontato che quest’anno la Cina a quella “A” avrebbe fatto seguire una “B”. Quattro giorni dopo il discorso del presidente Lai Ching-te in occasione della festa nazionale taiwanese, Pechino lancia nuove manovre militari attorno all’isola. Come prevedibile la Cina mostra i muscoli con un nuovo show di forza. Risposta che Taipei aveva messo in conto.

L’obiettivo è ancora una volta simulare un accerchiamento, una replica di quanto avvenuto a maggio: manovre utili a Pechino per esercitarsi su come imporre un eventuale blocco, dimostrando che la Cina è in grado di controllare zone di mare strategiche.

“È un severo avvertimento alle forze indipendentiste di Taiwan. Si tratta di un’operazione legittima e necessaria per salvaguardare la sovranità dello Stato e l’unità nazionale”, dice Pechino. Le operazioni, che coinvolgono esercito, marina, aeronautica e forza missilistica, si svolgono “nelle aree a nord, sud e est dell’isola di Taiwan”, ha dichiarato il capitano Li Xi, portavoce del Comando orientale dell’esercito cinese, “con l’obiettivo di testare le capacità operative congiunte”. L’esercitazione si concentra su “pattuglie pronte al combattimento, blocco di porti e aree chiave, assalto a obiettivi marittimi e terrestri e conquista della superiorità globale”, ha continuato il portavoce.

Il Comando ha pubblicato una mappa che mostra nove aree intorno a Taiwan in cui si stanno svolgendo le esercitazioni: due sulla costa orientale dell’isola, tre sulla quella occidentale, una a nord e tre intorno alle isole controllate da Taiwan vicino alla costa cinese. Tuttavia, non ha annunciato esercitazioni a fuoco vivo. Ma non è stata comunicata al momento nemmeno una data di fine. La guardia costiera cinese ha anche inviato flotte di navi per condurre “ispezioni”. Già a maggio le esercitazioni cinesi avevano incluso per la prima volta navi della guardia costiera, ma il coinvolgimento di esse, ora, appare più ampio.

Taipei protesta condannando il “comportamento irrazionale e provocatorio”, affermando di aver “schierato le forze adeguate a rispondere in modo appropriato per proteggere la libertà e la democrazia, nonché per difendere la sovranità di Taiwan”.

L’esercitazione ha preso il via quattro giorni dopo il discorso di Lai: un discorso deciso ma al contempo in realtà conciliante, moderato. “La Cina non ha il diritto di rappresentare Taiwan, ma siamo disposti a lavorare insieme a Pechino per combattere le sfide globali. La determinazione di Taiwan a difendere la propria sovranità rimane immutata, così come il suo impegno a cercare un dialogo paritario e dignitoso con la Cina”, disse Lai.

Già nei giorni precedenti la festa taiwanese del 10 ottobre Pechino aveva condannato Lai, colpevole di aumentare le tensioni con “intenzioni sinistre”. Il presidente taiwanese aveva affermato che è “impossibile” che la Repubblica Popolare Cinese diventi la madrepatria di Taiwan perché quest’ultima ha radici più antiche.

La Cina tenne le esercitazioni “Spada congiunta 2024-A” per due giorni intorno a Taiwan a maggio, poco dopo l’insediamento di Lai, affermando che si trattava di una “punizione” per i contenuti separatisti del suo discorso. All’epoca gli analisti affermarono che i cinesi si stavano esercitando nel blocco, con tre scopi: bloccare la rotta delle importazioni, la via di fuga delle forze indipendentiste, gli aiuti Usa.

Gli Stati Uniti hanno subito condannato le esercitazioni cinesi definendole “ingiustificate”. “La risposta con provocazioni militari a un consueto discorso annuale è ingiustificata e comporta un rischio di escalation”, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller in un comunicato. Il Dipartimento Usa chiede alla Cina di “agire con moderazione ed evitare ulteriori azioni che possano minare la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan e nella regioni in generale”.

Il presidente Lai ha convocato una “riunione di sicurezza di altro livello”. Il Ministero della Difesa dell’isola afferma di non volere un’escalation, ma ha innalzato la soglia di allerta sulle isole periferiche e sta osservando i movimenti della forza missilistica cinese.

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