Jannik Sinner, ecco perché la sentenza Halep aiuta il tennista azzurro

Le motivazioni della sentenza Halep sembrano assumere i contorni della condanna anche per Jannik Sinner. Ma non è così. In realtà nelle poche righe di spiegazione del Tribunale Arbitrale dello Sport, si nasconde la definitiva uscita dall’incubo dell’azzurro numero uno al mondo.

L’accusa certificata dal tribunale svizzero contro la tennista romena spiega che il fisioterapista della giocatrice “non è un medico o un clinico” e si chiede “come mai in un ambiente di così elevata professionalità questioni legate a possibili problemi con l’antidoping siano affidate a persone che non abbiano esperienza in questo settore”.

La storia del tennista altoatesino è diametralmente opposta. Il lavoro del giocatore segue un percorso fatto di maniacali attenzioni ai dettagli. Non solo nella preparazione sportiva e nella costruzione della stagione, ma soprattutto nella formazione di uno staff che per Sinner rappresenta casa e famiglia, punto di partenza e ritorno di una vita da campione che certo non lesina stress.

In questo staff, Giacomo Naldi, 33 anni, e Umberto Ferrara, 55 anni, sono gli uomini finiti sotto accusa, al centro della tempesta doping che ha colpito l’azzurro. Entrambi allontanati dallo staff, sostanzialmente cacciati da casa Sinner. La positività al Clostebol, risultato oltre i livelli limite stabiliti dalla Wada, è stata causata da uno spray, il Trofodermin. In Italia, a differenza di altri Paesi, il farmaco non necessita di ricetta, tecnicamente viene indicato come farmaco sop, ovvero senza obbligo di prescrizione. Si può trovare in crema o in spray. Ferrara acquistò lo spray. Sulla confezione è indicato da un pittogramma che può determinare positività ai test antidoping. Naldi lo utilizzò per curarsi una ferita un dito. Un passaggio diabolico che avrebbe poi provocato la positività del giocatore sottoposto successivamente a trattamenti standard da parte del massaggiatore.

Ora davanti al Tas, tribunale al quale ha fatto ricorso la Wada (forse più per ragioni politiche e di immagine che per reale convinzione giuridica) e proprio a seguito delle motivazioni della sentenza Halep, dovrebbe crollare ogni accusa. Sinner infatti, seguendo in modo quasi ossessivo i dettagli della sua crescita professionale, ha costruito lo staff allo stesso modo con cui si vuole mettere in piedi una azienda vincente. Rapporti umani ottimi, fiducia assoluta nelle persone scelte, senza però mai dimenticare la certificazione delle loro capacità. Giacomo Naldi ha una laurea in osteopatia; Umberto Ferrara, l’uomo che materialmente ha acquistato lo spray una laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche. Documenti che fanno cadere di schianto l’eventuale accusa di negligenza nello scegliere i collaboratori da parte di Sinner.

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