Che cos’è il defibrillatore sottocutaneo impiantato a Bove

Due ore circa di intervento. Questa mattina ad Edoardo Bove, calciatore della Fiorentina, è stato impiantato un defibrillatore removibile sottocutaneo. Cosa significa? In teoria, nel futuro, sarà possibile togliere il dispositivo, qualora siano accertati i necessari margini di sicurezza. Questo significa che lo sportivo potrà decidere assieme ai curanti se mantenere o meno questo dispositivo che ha il compito di riconoscere subito un’eventuale aritmia ventricolare e dare una “scossa” in grado di riportare al giusto ritmo il battito cardiaco.

Torsione di punta e arresto cardiaco, che cos’è e come si cura

”Il posizionamento di un defibrillatore impiantabile sta ad indicare che esiste il rischio che una seria crisi aritmica possa ripetersi – spiega Giulio Molon, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Cardiologia Irccs Sacro Cuore di Negrar (Verona). L’aritmia più grave, che richiede il posizionamento di un defibrillatore, è legata ai battiti incontrollati del ventricolo, che si osservano appunto in caso di fibrillazione ventricolare o, come si è parlato in questo caso, di una particolare forma di aritmia, legata alla “torsione di punta”.

Che cosa fa il defibrillatore

In questo senso, il defibrillatore non va posto alla pari del classico pacemaker, dispositivo che regola solo i battiti. Il defibrillatore, invece, fa di più. “E’ dotato di sistemi di rilevazione che permettono di riconoscere l’insorgenza improvvisa di un’aritmia grave come appunto la fibrillazione ventricolare e, attraverso uno shock elettrico che viene rilasciato direttamente dal dispositivo, consente di riportare alla normalità la situazione – fa sapere l’esperto. Tecnicamente si può puntare su un classico impianto intracardiaco, con l’elettrocatetere che si va a posizionare all’interno del cuore passando dalla spalla, dove sottocute rimane la cassa, attraverso il sistema venoso, oppure sull’impianto di un defibrillatore sottocutaneo. In questo caso anche l’elettrocatetere permane sottocute, non entra nel cuore. Quest’ultimo impianto garantisce una ottima protezione dalla fibrillazione e tachicardia ventricolare ma ha il vantaggio che l’eventuale rimozione di tutto il sistema può avvenire in modo più agevole e senza far correre rischi al paziente”.

Una scarica elettrica per rimettere in sesto il cuore

Perché si impianta un defibrillatore? Perché si vuole proteggere la persona da una possibile fibrillazione ventricolare. Questa condizione è caratterizzata da un ritmo velocissimo e assolutamente irregolare. Il ventricolo sinistro si contrae anche centinaia di volte al minuto in maniera del tutto autonoma rispetto all’atrio soprastante, che invece mantiene il suo normale ritmo. Questa situazione porta rapidamente ad un gravissimo problema emodinamico, cioè legato allo scorrimento del sangue. Infatti le contrazioni “impazzite” del ventricolo sono del tutto inefficaci, con una grande attività elettrica che si traduce però nella sostanziale assenza della contrazione. Quindi ogni volta il sangue immesso nell’aorta e? di gran lunga inferiore rispetto alle necessita? dell’organismo. In pochi secondi, quindi si verifica uno stato di grave ischemia al cuore stesso, al cervello e agli altri organi che, se non viene trattata l’aritmia di base. La “defibrillazione” prevede l’applicazione di una scarica elettrica piu? o meno intensa che possa “rimettere in sesto” il regolare segnale elettrico che scende lungo il cuore”.

In Italia non si può giocare

Sul fronte del ritorno in campo, in Italia, va ricordato che con il defibrillatore non si può giocare. Almeno in Italia. Tanto che Christian Ericksen, nelle stesse condizioni, è andato a giocare all’estero. “Questa condizione controindica l’attività professionistica in Italia, visto che non è possibile dare idoneità ai portatori del defibrillatore – conclude Molon”.

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