Legge di Bilancio: l’appello per estendere l’età dello screening mammografico
Tra i circa 250 emendamenti della manovra finanziaria, da oggi all’esame della Commissione Bilancio alla Camera, c’è n’è uno che riguarda la diagnosi precoce del tumore al seno. Si tratta dell’emendamento 58.012, che porta la prima firma del Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Ugo Cappellacci, e condiviso da tutte le forze politiche: prevede l’ampliamento delle fasce di età per lo screening mammografico su tutto il territorio nazionale, portando tale fascia dagli attuali 50-69 anni, ai 45-74 anni. Una misura in via sperimentale, “in attesa dell’estensione del programma nazionale di screening mammografico”, e per la quale si chiede lo stanziamento di 10 milioni di euro annui per il triennio 2025-2027. E arriva proprio in queste ore decisive per l’approvazione definitiva della Legge di Bilancio l’appello di Europa Donna Italia, movimento di advocacy che riunisce oltre 190 associazioni ai ministri dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, e della Salute Orazio Schillaci: una lettera aperta affinché l’emendamento venga preso in considerazione.
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L’appello
“Sebbene la prevenzione oncologica rivesta un ruolo centrale, la fascia di età a cui si rivolge lo screening per il tumore al seno garantito dal Ssn è limitata ai 50-69 anni”, si legge nella lettera: “Secondo il Piano Oncologico nazionale e in linea con le raccomandazioni europee, invece, essa dovrebbe essere ampliata dai 45 ai 74 anni, visto che questa patologia sta colpendo donne sempre più giovani. In virtù di queste indicazioni, alcune Regioni (Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Basilicata) si sono già fatte carico di questa estensione. Ma questo sta creando oggi una disparità inaccettabile tra le cittadine del nostro Paese, che si vedono offrire un trattamento diagnostico differente”.
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Un investimento, non un costo
Il tumore al seno – ricorda la presidente di Europa Donna Rosanna D’Antona – è curabile se diagnosticato per tempo: “Per questo non è accettabile che non si investa in prevenzione per le cittadine, lasciando così fuggire vere opportunità di salvezza. La proposta di estensione dello screening garantirebbe all’Italia il rispetto delle Linee guida europee che ad oggi vengono disattese, come sottolineato anche nelle scorse settimane dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci. Europa Donna e tutte le pazienti che da oltre 30 anni rappresenta e supporta, si augura vivamente che una prima apertura di 10 milioni di euro per una sperimentazione uniforme in tutte le Regioni non siano per questo Governo un costo, ma un investimento nella vita”.
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