Veggenti, nuove ricerche visive sul paesaggio italiano: come diventare chiaroveggenti
Non c’è altro decente desiderio, non c’è altro fatale compito per chi fa arte della fotografia se non scoprire “come diventare chiaroveggenti”, secondo il suggerimento di Arthur Rimbaud. E questo progetto fortemente voluto da Mufoco – Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano, che si avvia a diventare Museo Nazionale della Fotografia, si interroga su come può esser visto da nuovi veggenti il “paesaggio” per la terra tra le più anticamente descritte da poeti e artisti e dunque entrate nell’immaginazione universale fissata, a volte bloccata in certi suoi elementi, scorci, monumenti. Paesaggio visto da veggenti si intende per lo sguardo che lo sorprende, in un viavai che la mostra e il volume offrono, tra luoghi e gesti antichi visitati nuovamente, richiami e citazioni di immagini iconiche.
Ma veggente soprattutto si intende perché in quel viavai, in quei testacoda il paesaggio medesimo si rinnova, secondo quella idea di nuovo autentica nell’arte, ovvero perpetua novità, non bizzarria eccentrica. L’Open Call nazionale per gli artisti visivi under 40 accompagnava – e non certo come appendice, piuttosto come eco, rilancio, ponte – la grande mostra voluta insieme a Fondazione Alinari “L’Italia è un desiderio”, la più grande esposizione sul paesaggio italiano del nostro tempo, offerta presso le Scuderie del Quirinale nel 2023.
Questa eco, o rilancio o ponte, ci ha donato sorprese e ansie, visioni nei lavori dei dieci selezionati, entrati a far parte delle collezioni del Mufoco: Il suo buio speciale di Mattia Balsamini, Mormorio Notturno di Luca Boffi, Diving into Poetry di Calori&Maillard, Per un paesaggio possibile di Andrea Camiolo, A fior di terra di Marina Caneve, Via Spaventa di Federico Clavarino, Padanistan di Tomaso Clavarino, Scintilla di Nicoletta Grillo, Senza titolo di Jacopo Rinaldi, Il cielo stellato di Caterina Erica Shanta.
Una sorprendente carrellata di narrazioni, di storie attraverso le immagini dedicate al paesaggio italiano, alla comprensione e al racconto dei luoghi, della quotidianità, dei riti, degli abitanti, dei paesi, degli spazi urbani, delle periferie, del lavoro domestico, delle zone industriali, di migrazioni e frontiere. Immagini pervase da una sottile inquietudine, quella dei nostri tempi.
Un viaggio visivo dalla pianura padana, seguendo la SS11, passando per le strade di Milano e le fabbriche di Sesto San Giovanni, salendo sui monti della provincia di Varese per poi arrivare in Veneto e risalire verso l’Altopiano di Asiago; e ancora, gli argini del fiume Secchia, la festa della Madonna della Bruna a Matera, le scogliere dell’antica città di Roca in Salento, l’entroterra siciliano. Immagini, fotografie e video realizzati con tecniche innovative, che restituiscono appieno la varietà e vivacità dei linguaggi visivi dei giovani fotografi immersi nella contemporaneità, alla continua ricerca di una lettura attiva, partecipe, complessa ed eclettica del paesaggio italiano in costante trasformazione e che indagano con spontaneità e naturalezza il rapporto tra esperienza, immagine e tecnologia nella contemporaneità.
Questi dieci giovani artisti dell’immagine, insieme agli oltre 250 che hanno partecipato alla Open Call, sono la prova, la certezza che resta fertile l’invito a lavorare sul “paesaggio italiano” ovvero su questo unicuum al mondo, frutto speciale del rapporto ricchissimo tra una grande storia di civiltà e la natura, frutto di una trattativa essere umano / ambiente ispirata dalle esperienze più alte della storia Europea – tra mondo classico e cristiano – e dalle influenze che in tale terra ponte, l’Italia, hanno portato i dialoghi con l’Oriente e l’Africa.
Non si esaurisce il tema, non si ferma lo sguardo, non invecchia il paesaggio. Compito dell’arte fotografica è anche testimoniare il paradossale rinnovamento del paesaggio più rappresentato del mondo. Lavorare nel tempo senza negarlo. Abitare l’ossimoro, non averne paura. Come non hanno paura coloro che amano davvero e perciò diventano veggenti.
L’autore è presidente del Mufoco
Domenica 15 dicembre apre una nuova esposizione al Museo Nazionale di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo-Milano: per la prima volta la mostra Veggenti. Nuove ricerche visive sul paesaggio italiano, curata da Matteo Balduzzi, raccoglie le oltre 70 opere dei progetti premiati (10 vincitori) dalla Open call “L’Italia è un desiderio”, promossa dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e dal Mufoco, con la collaborazione istituzionale di Fondazione Alinari e Scuderie del Quirinale. Sulle orme della lezione del maestro Luigi Ghirri, una nuova generazioni di artisti dell’immagine ridisegna l’immaginario del paesaggio italiano, una immersione nella contemporaneità, nell’antropologia dei luoghi e dei suoi abitanti. Immagini, fotografie e video realizzati con tecniche e tecnologie innovative che del paesaggio restituiscono una lettura nuova, alternativa, complessa, eclettica, inquieta.
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