Stasera in TV: film, programmi e serie di oggi venerdì 17 gennaio

Dopo la premiere londinese, arriva oggi a Roma A complete unknown, un totale sconosciuto, il racconto di Bob Dylan quando non era già più Robert Allen Zimmerman, ma non era ancora il musicista conosciuto in tutto il mondo, autore di canzoni che hanno fatto la storia come Blowin’ in the wind e Like a rolling stone di cui il titolo del film cita un verso. “Like a complete unknown, like a rolling stone”. E il protagonista del film, Timothée Chalamet ha già espresso un desiderio: “Aspetto l’endorsement di Francesco Totti”.

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James Mangold, già regista del biopic su Johnny Cash Quando l’amore brucia l’anima, racconta i primissimi anni della vita di Dylan da quando arriva a New York con il ritaglio di giornale nella tasca in cui si dà notizia del ricovero di Woody Guthrie, il suo idolo, al concerto di Newport del 1965 quando Dylan portò, creando panico tra i puristi del folk, la chitarra elettrica sul palco del festival creato da Joan Baez. A incarnare il musicista nei suoi vent’anni è Timothée Chalamet, attore di riferimento della sua generazione scoperto da Luca Guadagnino, che si è misurato con ruoli diversissimi dalla fantascienza di Dune al musical di Wonka. Con questa interpretazione prenota una candidatura agli Oscar, le cui nomination sono state rinviate per i roghi di Los Angeles al 23 gennaio.

Chalamet è Bob Dylan nel biopic, ‘A complete unknown’ – Il trailer

È Mangold, che accompagna il film a Roma insieme al protagonista e a Monica Barbaro e Edward Norton, a ricordare la città e il suo dramma: “Da qui è difficile capire quanto sia stato traumatico per la città. Conosciamo persone che hanno perso la casa e un’intera comunità che sta soffrendo. Non voglio banalizzarlo qui durante la conferenza stampa di un film, ma tante persone hanno perso tutto. Noi siamo stati fortunati, io ho lasciato casa mia senza elettricità e acqua, ma c’è chi non ha più nulla. Ci vorranno anni per riprenderci da quello che è successo in una notte ventosa”.

“A complete unknown” e nel volto di Chalamet rivive quel mistero chiamato Bob Dylan

“Ci sono voluti cinque anni e mezzo di preparazione per questo film, un tempo che ha portato fiducia in sé rispetto al materiale di partenza – ha raccontato Chalamet – Abbiamo dato il 150% di noi stessi, sono orgogliosissimo del lavoro di grande concentrazione che abbiamo messo nel progetto. D’altronde avevo due mesi e mezzo per essere Dylan e il resto della vita per essere me stesso”. “Non so che tipo di lezione culturale sociale e politica dai primi lavori di Dylan sia da cogliere per i giovani oggi – ha commentato l’attore – forse quello che rimane è l’idea di trovare il proprio spirito creativo, il proprio nome e la propria arte. Aveva tante storie da raccontare, ha cambiato vari nomi, una lezione che possiamo apprendere è quella dell’autocreazione non farsi limitare da chi si è o si è stato”.

Se Chalamet non ha incontrato Dylan ma il maestro ha dato la sua benedizione, Monica Barbaro invece ha parlato con Joan Baez, di cui nel film si racconta la tumultuosa relazione con il musicista. “Quando si interpreta un personaggio così è difficile non avere sempre in mente la volontà di essere il più accurata possibile nel ritrarla, perché ci sono i suoi fan ai quali vuoi essere riconoscibile, ma ad un certo punto è stata la stessa Joan a dire: se cerchi di fare qualcosa di perfetto lo privi di quello che è interessante. Siamo stati incoraggiati a non fare una biografia, perché lei è viva e può parlare di sé, abbiamo avuto la libertà di essere umani e fidarci della nostra preparazione. Ho visto Tim fare un lavoro fantastico e mi sono fidata dell’orchestrazione che Jim ci ha dato, abbiamo messo da parte la riconoscibilità e colto il momento”.

Edward Norton interpreta il musicista folk Pete Seeger che accoglie nella sua casa Dylan dopo averlo conosciuto all’ospedale da Guthrie e lo introduce nel mondo dei club di New York. Norton suona il banjo come lo stesso Chalamet suona e canta nel film e per prepararsi ha attinto a tutti i video che ha trovato su YouTube. “Mi ci sarebbe voluto un anno di lavoro vent’anni fa per mettere insieme interviste, concerti mentre oggi su trovi tutto online, anche il concerto in un bar di Berlino del ‘63. È sorprendente quanto puoi avere con facilità accesso a tutto il materiale, è mi è stato molto utile perché mi ha permesso di ingerirlo. Il nostro regista che è un ottimo psicoterapeuta ci ha detto ‘abbandonate la storia, dimenticatevi la fama, raccontate la storia di un giovane che incontra uno che ammira enormemente e allo stesso tempo in qualche modo è in concorrenza con lui, dimentichiamoci del resto”.

Dopo essere arrivato sul tappeto rosso di Londra in bicicletta, chissà come apparirà Chalamet questa sera a Roma. Intanto ha espresso un desiderio: “Aspetto l’endorsement di Francesco Totti. Spero che veda il film”. La replica dell’ex capitano della Roma non tarda ad arrivare: “Andrò a vedere il film”.

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