Usa, TikTok avverte: “Biden faccia chiarezza o chiudiamo”. Trump: “Sarò io a decidere”

NEW YORK — Adesso solo Trump può salvare TikTok e lui ha già annunciato che deciderà presto. Non sarà un dilemma facile da sciogliere, però, per un presidente che va alla Casa Bianca con la promessa di usare il pugno di ferro con la Cina. Da una parte, infatti, vorrebbe preservare un social che l’ha aiutato durante la campagna presidenziale, ma dall’altra non può mettere la testa nella sabbia davanti agli allarmi per la sicurezza nazionale, condivisi dallo stesso Partito repubblicano.

L’accelerazione è arrivata questa mattina, quando la Corte suprema ha stabilito che il Congresso aveva il diritto di approvare la legge sul bando, che quindi può entrare in vigore a partire da dopodomani, a meno che nel frattempo il social cinese non venga venduto. Così ha rimandando la palla nel campo della politica, che ora dovrà decidere se procedere o cambiare linea.

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Il presidente uscente Joe Biden ha fatto sapere che non applicherà il bando, perché da lunedì non sarà più alla Casa Bianca e quindi lascia la scelta al successore. Ma lunedì potrebbe essere troppo tardi: “A meno che l’amministrazione Biden non fornisca immediatamente una dichiarazione definitiva per soddisfare i fornitori, TikTok sarà oscurata il 19 gennaio”, ha annunciato la società, spiegando che finora “le dichiarazioni rilasciate dalla Casa Bianca e dal Dipartimento di Giustizia non sono riuscite a fornire chiarezza e le garanzie necessarie ai fornitori di servizi” quali Google e Apple, che sono “parte integrante del mantenimento di TikTok per i 170 milioni di americani”.

“A nome di tutti noi di TikTok e dei nostri utenti in tutto il paese, desidero ringraziare il presidente Trump per il suo impegno a lavorare con noi per trovare una soluzione che mantenga TikTok disponibile negli Usa. È una presa di posizione forte a favore del primo emendamento e un chiaro rifiuto di ogni forma di censura arbitraria”, ha detto in un video il ceo di TikTok Shou Zi Chew. “Ci siamo battuti per proteggere il diritto costituzionale alla libertà di espressione degli oltre 170 milioni di americani che ogni giorno utilizzano la nostra piattaforma per connettersi, creare, scoprire e realizzare i propri sogni”.

@tiktok

Our response to the Supreme Court decision. ? original sound – TikTok

TikTok è gestito da Pechino e quindi il parlamento ha passato una rara legge bipartisan che obbliga il cambio di proprietà, perché così è uno strumento in mano alla Repubblica popolare e minaccia la sicurezza nazionale Usa. Può essere usato per raccogliere dati sui cittadini americani, spiare, diffondere disinformazione e altri progetti nefasti.

Il social ha risposto facendo causa e ha chiesto alla Corte suprema di annullare il provvedimento, in quanto viola la libertà di espressione, garantita dal primo emendamento della Costituzione. Il massimo tribunale però ha risposto all’unanimità che il Congresso aveva il diritto di varare quel testo, che non viola il primo emendamento, in quanto impone solo di cambiare la proprietà del social, non chiuderlo: «Non c’è dubbio che, per oltre 170 milioni di americani, TikTok offra uno sbocco distintivo ed ampio di espressione. Ma il parlamento ha stabilito che la cessione è necessaria per affrontare le sue ben supportate preoccupazioni di sicurezza nazionale riguardo alla raccolta dati e il rapporto con un avversario straniero».Il presidente entrante Trump oggi ha parlato al telefono col leader cinese Xi, e oltre a discutere di commerci, minaccia dazi, fentanyl e stabilità globale, i due hanno affrontato il tema TikTok. Il ceo dell’azienda, Shou Zi Chew, sarà lunedì all’Inauguration, proprio per cercare di ingraziarsi il nuovo capo della Casa Bianca, mentre giovedì sera le ambasciate cinesi a Washington e all’Onu hanno organizzato una serata per celebrare il nuovo anno lunare del serpente, dove l’invitata d’onore era la madre di Elon Musk, magari nella speranza che il figlio compri TikTok o interceda a favore di Pechino.

Trump ha risposto così: «La sentenza della Corte suprema era attesa e ognuno deve rispettarla. La mia decisione su TikTok verrà presa in un futuro non troppo distante, ma devo avere il tempo di rivedere la situazione». Secondo le indiscrezioni The Donald vorrebbe salvare il social, perché lo ha aiutato in campagna elettorale e non vuole deludere i 170 milioni di utenti negli Usa. Il problema è come.

Un’ipotesi è firmare un decreto per rinviare l’entrata in vigore del bando, in modo da guadagnare il tempo necessario a trovare soluzioni alternative. Anche il Congresso potrebbe intervenire con un’estensione di 90 giorni. Il dilemma politico però è spinoso. Trump ha sempre detto che la Cina è il rivale principale degli Usa, non solo per le pratiche commerciali che minaccia di contrastare con dazi fino al 100%, ma anche perché sul piano geopolitico vuole togliere a Washington la leadership globale, d’accordo col russo Putin e almeno una parte del sud globale. Iniziare questo braccio di ferro cedendo su TikTok potrebbe non essere la scelta strategica migliore, e comunque sarebbe difficile spiegarla agli elettori che volevano lo scontro.

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