Nicolas Schmit: “La destra minaccia l’Ue Meloni un lupo travestito da pecora. Salvini è l’amico di Putin”

Roma – Giorgia Meloni è «un lupo travestito da pecora. Non ha mai preso le distanze davvero dal fascismo», è una donna di estrema destra. Il Ppe e Ursula von der Leyen su questo fanno il doppio gioco: con una mano indicano il pericolo sovranista e dall’altro cercano di allearsi con loro. E «la destra sta mettendo in pericolo il progetto europeo e la democrazia liberale». Il lussemburghese Nicola Schmit è commissario europeo al lavoro ma da oggi sarà lo “Spitzenkandidat”, ossia il candidato unico dei socialisti europei alla presidenza della Commissione.

Perché ha accettato di fare lo spitzenkandidat?

«Prima di tutto credo molto nell’Europa. Credo che si debba continuare sulla strada avviata da questa Commissione sulla politica sociale, sul Green Deal, e anche su questo nuovo contratto sociale verde. È una missione che non potevo rifiutare».

Lo dice perché teme che il Progetto europeo sia in pericolo?

«Sì. Per molto tempo abbiamo pensato che fosse irreversibile. Anche la democrazia non lo è. Lo vediamo pure in diversi paesi all’interno dell’Unione Europea. Dobbiamo mobilitarci, spiegare ai cittadini che l’Ue non è qualcosa di lontano da loro. E dobbiamo combattere l’estrema destra che ha solo un programma: distruggere quel che è stato costruito».

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Nazionalisti e sovranisti?

«Certo, ma anche chi vorrebbe costruire con loro un rapporto e fa il doppio gioco: tende una mano da una parte e con l’altra difende l’Unione».

Si riferisce al Ppe? I popolari sono ambigui?

«C’è bisogno di un chiarimento. Non ci sono i nazionalisti e i sovranisti buoni e quelli cattivi. Ad esempio: sono contro il Green Deal eppure all’inizio il Ppe e la presidente della Commissione, che è una esponente dei popolari, ne sono stati grandi sostenitori. La destra sta anche mettendo in discussione alcuni diritti delle donne, delle comunità Lgbt anche a spese dei bambini. Ma Ursula von Der Leyen si era impegnata molto contro le discriminazioni. Allora, se sei onesto con te stesso non puoi preoccuparti di un’alleanza con persone che hanno questo tipo di idee politiche».

Proprio la presidente della Commissione la scorsa settimana ha distinto tra destra e estrema destra.

«Dice di avere paura dell’estrema destra. La combatta invece di compromettersi con loro».

Von der Leyen ha preso le difese degli agricoltori negli ultimi giorni.

«La cosa incredibile è che da venti anni la presidenza della Commissione è in mano al Ppe. Il commissario all’Agricoltura è di destra e ora dicono che vogliono difendere i contadini da noi. Ridicoli».

Facciamo qualche esempio. La destra radicale del francese Zemmour è entrata nel gruppo dei Conservatori dell’Ecr guidati da Giorgia Meloni. L’ungherese Orban ha annunciato che aderirà a giugno. La premier italiana è una moderata o un esponente dell’estrema destra?

«A volte i lupi si travestono da pecore. Quando ascoltavo alcune dichiarazioni prima delle scorse elezioni italiane e subito dopo, pensavo che stesse cambiando. Ma se ti allei con Orban, che è il promotore della cosiddetta democrazia illiberale, e vuole leggi di Putin, beh cambia tutto. Dimmi chi sono i tuoi amici e io ti dirò chi sei».

Von der Leyen vuole un’intesa proprio con Meloni.

«È quel che dovrà chiarire. Come fa a non vedere la contraddizione?».

Lei direbbe che Giorgia Meloni è una fascista? O un’amica dei fascisti?

«Non è semplice dire se è una fascista. Di certo viene da un partito che nel passato era fascista e non lo hai mai rinnegato. Non hai ma detto di aver rotto con il passato. Questa è la sua storia politica. Non ha mai parlato esplicitamente delle cose orribili che il fascismo ha fatto in Italia e non possiamo dimenticare che Mussolini era alleato di Hitler. Quando, poche settimane fa, centinaia di persone si sono riunite a Roma, ad Acca Larentia, con le braccia tese, non mi pare che lei abbia disapprovato».

E di Salvini cosa pensa? Fa parte dell’estrema destra o no?

«Lei si riferisce all’amico di Putin? Se è lui, la mia risposta è chiara».

A proposito di Putin. Il Pse deve sostenere l’Ucraina fino alla fine, fino alla vittoria sulla Russia?

«Sì, sono assolutamente convinto che non abbiamo altra scelta perché se Putin vince questa guerra e prende l’Ucraina, non si fermerà. Se Mosca vince, tutta l’Europa è in pericolo».

Perché i socialisti hanno da oltre venti anni hanno perso il primato in Europa a favore dei popolari?

«Intanto vediamo che succede a giugno. Io sono sceso in campo per vincere. Molti sondaggi si rivelano sbagliati. Poi, certo, abbiamo avuto alcune difficoltà soprattutto dopo la crisi finanziaria e ora le possiamo superare».

Anche in Italia? Il Pd di Schlein è davvero l’alternativa a questa destra in Italia?

«Elly sta portando freschezza e valori nella politica italiana. È quello di cui abbiamo bisogno. Di valori positivi nella nostra società».

Lei si candiderà per il Parlamento?

«No»

Non è in contraddizione con lo spirito del sistema degli spitzenkandidat?

«Vengo da un piccolo paese e abbiamo solo sei seggi in parlamento. Il nostro partito ha già un ottimo capolista e tanti giovani candidati. Io corro per la Commissione. Anche von der Leyen non si candida in Parlamento. Avrei voluto le liste transnazionali, quelle sì avrebbero sottolineato la dimensione europea».

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