Mps-Mediobanca, interviene Meloni: “Operazione di mercato. Orgogliosi del risanamento”
MILANO – La premier Giorgia Meloni rompe gli indugi e interviene sull’Offerta di scambio del Monte dei Paschi per mangiarsi Mediobanca, valorizzata 13,3 miliardi: “E’ un’operazione di mercato”, dice la presidente del Consiglio prima di salire a bordo dell’Amerigo Vespucci, a Gedda.
Il governo, dopo la vendita in successione di pacchetti del Monte ereditati dall’ultimo salvataggio di Stato, resta ancora il primo azionista con poco più dell’11% di Mps. Una banca, tenuta in piedi negli anni recenti da una decina di miliardi dei contribuenti, che ora è tornata a fare utili e che ha capitale a sufficienza da permettersi di tentare l’assalto a una società che vale, in Borsa, ben più di lei. “Da una parte dobbiamo essere orgogliosi del fatto che Mps, per anni vista dai cittadini e dalla politica solo come un problema da risolvere, oggi è una banca perfettamente risanata che anzi avvia operazioni ambiziose – dice Meloni – Questo deve renderci tutti orgogliosi per il lavoro fatto”.
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Guardando ai possibili sviluppi (si è già capito che, da parte di Mediobanca, l’operazione è vista come ostile e le nozze saranno osteggiate), Meloni scongela il mantra del “terzo polo bancario”, che il Mef immaginava di costruire proprio sull’asse tra Siena e il Banco Bpm, se non fosse intervenuta l’Ops di Unicredit proprio sul Banco Bpm a complicare un puzzle bancario ricco di tessere in movimento. “Se l’operazione dovesse andare in porto parliamo della nascita del terzo polo bancario che potrà avere un ruolo importante per la messa in sicurezza dei risparmi degli italiani”, dice ancora Meloni. D’altra parte è stato lo stesso ad del Monte, il banchiere Luigi Lovaglio, a far sapere che il progetto non è stato tirato fuori all’improvviso ma gli occhi su Piazzetta Cuccia si sono appoggiati dal 2022. Evidentemente, vista l’accelerazione impressa negli ultimi mesi al risiko bancario, è arrivato l’impulso anche da Palazzo Chigi e dal Tesoro per muoversi.
Prima di Meloni, anche il leader leghista Matteo Salvini aveva preso posizione rivendicando: “Da una banca che il Pd aveva reso sostanzialmente moribonda a una banca che ora lancia le opa su altre banche…sono orgoglioso di aver salvato Mps”. Da Fdi, il responsabile economico Marco Osnato dice all’Ansa: “Non ravvedo né la necessità di far entrare lo Stato nelle banche, salvo in caso di dissesti, né quella di farlo uscire a priori. Vedremo”, in merito al destino della quota pubblica residua. Venderla? “Oggi no, non conviene. Quando sarà il momento si deciderà per l’interesse degli italiani. Mi sembra esagerata l’attenzione posta su questo tema rispetto ad una operazione di mercato che è assolutamente rilevante ed indipendente”.
Al mercato guarda anche il presidente delle banche, Antonio Patuelli: “C’è una grande spinta al rafforzamento delle banche che sono tutte in competizione fra di loro. E poi viva il mercato”, dice il numero uno dell’Abi, a margine di un evento di Forza Italia a Milano, precisando che “io faccio il presidente dell’associazione bancaria, quindi non mi devo e non mi posso esprimere sulle singole operazioni, sono tutte banche nostre associate”.
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