Galli (Axa Investment Managers): “Avere in portafoglio emissioni corporate paga ancora”

Volatilità e incertezza potrebbero portare nei prossimi mesi a nuove fluttuazioni sui mercati finanziari. Un contesto nel quale il reddito fisso può continuare a riservare opportunità interessanti, soprattutto nell’ambito del credito. Ne è convinto Fabiano Galli, co-head of key clients di Axa Investment Managers, che esprime una view positiva anche sulle emissioni societarie più rischiose.

Come vedete le prospettive economiche per i prossimi mesi e quali asset class ritenete più promettenti?

“Prevediamo una crescita in linea con il potenziale sia per gli Usa sia per l’Europa, qualcosa oltre il 2% nel primo caso e intorno all’1% nel secondo. L’inflazione potrebbe stazionare più vicino al 3%, piuttosto che al 2%, per gli Stati Uniti, mentre in Europa dovrebbe attestarsi intorno al 2%, target della Bce. Questo scenario è coerente con maggiori tagli della Banca centrale europea, ne attendiamo quattro da 25 bps in corso d’anno rispetto alla Fed, da cui ci aspettiamo un solo taglio da 25 bps. Questo ci fa preferire anche per il 2025 le classi di attivo più correlate alla crescita economica”.

In che modo valutate l’evoluzione dell’obbligazionario rispetto agli asset più rischiosi?

“All’interno dell’universo obbligazionario preferiamo chiaramente il credito, che nonostante possa sembrare ‘caro’, visto che gli spread sono tornati in linea con le medie storiche, fornisce comunque un livello di rendimento effettivo a scadenza ancora molto alto, sicuramente più alto della media storica. Il credito europeo ha un vantaggio rispetto a quello denominato in dollari per l’investitore italiano: non sconta il costo della copertura sul rischio di cambio, già oggi molto alto e probabilmente in ulteriore aumento. Quindi, a parità di rischio, riesco a ottenere un rendimento in euro decisamente più alto”.

Tra le obbligazioni societarie, quali prediligere? Meglio high yield o investment grade?

“In generale siamo positivi su entrambi i segmenti, vorrei però focalizzarmi sull’high yield (emissioni a opera di società meno solide): è convinzione comune che, visto il livello dello spread (leggermente inferiore alla media storica), sia poco interessante. Io però non sono d’accordo. Il livello dello spread attuale è la fotografia della buona condizione di salute di molte aziende europee, e il tasso di default intorno al 3%, in linea con la media storica, è atteso in diminuzione quest’anno. Dovremmo tenere anche in considerazione il miglioramento significativo avvenuto nel tempo in questo mercato: oggi i titoli con rating BB (il più alto) rappresentano oltre il 60% del mercato contro meno del 40% a inizio secolo. In più, i flussi in acquisto motivati dall’alto livello di rendimento, riescono a compensare abbondantemente le nuove emissioni”.

Quali settori prediligere?

“In Europa continuiamo a preferire i titoli finanziari, vista la ritrovata redditività del settore bancario e lo stato di salute generale. Riteniamo che qualche opportunità, ben selezionata, sia individuabile anche nel settore immobiliare: è stato uno dei comparti più colpiti dal rialzo dei tassi di interesse e oggi offre livelli di rendimento decisamente superiori rispetto alla media di mercato”.

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