Eleonora Giorgi: “È tosta, per il tumore avrei bisogno di cure sperimentali, spero nel miracolo”

Eleonora Giorgi ha una maglia gialla a collo alto e sopra un maglione nero, un foulard nero le copre i capelli ma il viso è sempre bello e sorridente, anche quando racconta, in collegamento da casa, l’esperienza più brutta della sua vita – un tumore al pancreas con tante metastasi – nel salotto televisivo di Verissimo su Canale 5 alla conduttrice Silvia Toffanin. Il giorno prima era stato nello stesso studio televisivo il figlio Andrea Rizzoli, a presentare il libro su di lei Non ci sono buone notizie, già anticipato in anteprima a Roma alla libreria Mondadori alla Galleria Alberto Sordi il 28 gennaio. Con ben 200 invitati.

“Che bello essere con voi, grazie. E’ tosta”, esordisce Eleonora Giorgi con Silvia Toffanin che le risponde: “Che bello il tuo sorriso”. Eleonora Giorgi parla a ruota libera: “Ci siamo lasciate poco tempo fa, che mi avevano scoperto una metastasi nel cervello, ma nel giro di una settimana abbiamo fatto tutto. Ho avuto paura. Sono stata operata, è andata bene, e ora dovrò fare dei controlli. La cosa più assurda è che le cure per il mio tumore al pancreas in America ci sono, sperimentate solo da due anni, ora però devono essere approvate dalla Food and Drug Administration, da Donald Trump. Non ho mai voluto fare la chemio come cura palliativa. Non voglio turbare questo fragile equilibrio che ho da un anno e quattro mesi”.

Silvia Toffanin le chiede della presentazione del libro del figlio Andrea: “Sono andata. E’ stato strano. Non uscivo da tanto, uscire per la città con il traffico, il centro di Roma. In un anno e quattro mesi ho visto 8 persone in tutto e vederne 200 tutte insieme è stato bello. La gioia di incontrare i vecchi amici. Una sorpresa fra tutti vedere Ornella Muti, che è venuta apposta per me. Lei non è solo una collega, è molto di più. Poi Barbara Palombelli ha presentato il libro di Andrea”. “Tu hai scritto la prefazione”, afferma Toffanin. “Sì e sono stata molto felice. Non mi aspettavo che desse una svolta così alla mia vita. Vedo la me di allora, nel 2023, che apparentemente stava bene, e il tumore già c’era. Ora mi abbandono al destino e ai miei figli”. Poi Giorgi, quasi timidamente, chiede a SilviaToffanin: “Posso parlare di Dio? – e continua – ora mi abbandono a qualcosa più grande di me, a Dio. Mi è capitato di pensare che ci sono tre cose fondamentali che non sono necessarie per vivere ma hanno un valore enorme: la prima è l’amore, la seconda la bellezza, quella delle persone, dei bambini, degli animali, la terza è l’arte. Penso che c’è qualcosa di grande. Io mi affido a lui perché serve un senso a tutto. Sono come Margherita Hack, quando su Dio diceva ‘Io non ci credo ma se lo incontro sono contenta’”.

E sottolinea: “Non sono rassegnata, Anzi, sono aperta a tutto, anche ai miracoli. Bisogna continuare fino alla fine a scherzare, a combattere, a ridere con i miei figli ed i miei nipoti”. E Toffanin ricorda, mandando in onda il video del giorno prima (Andrea Rizzoli era da lei in studio sabato 1 febbraio) la sorpresa di Andrea quando la mamma è stata operata al cervello e gli ha lasciato una scatola da aprire quando lei era in sala operatoria. Andrea dice nel video: “Ci ho trovato un walkman giallo anni Ottanta, dove c’era una cassetta con la voce di mio padre Angelo Rizzoli, quella di Eleonora, e la mia che a otto mesi dicevo per la prima volta la parola mamma”. Eleonora Giorgi si commuove e racconta che ha preparato due scatole per i suoi due figli, Paolo, avuto con Massimo Ciavarro, e Andrea, per quando lei non ci sarà più, e dice: “Sono sicura che Andrea butterà tutto”.

La puntata si conclude con Eleonora Giorgi che risponde alla domanda di Toffanin: “Hai una vita piena d’amore? “Si. E anche io provo amore per tutto – risponde Giorgi – ho il sorriso stampato nel cuore perché c’è un equilibrio tra dare e amare”. Come ci lasciano? Chiede Toffanin. Eleonora Giorgi, sempre senza perdere il sorriso, risponde: “Con il miracolo. Vorrei tornare e darti buone notizie, ormai Silvia fai parte della mia famiglia, ti prometto che ti telefono”.

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