Every you every me, un originale ritratto al femminile sull’instabilità sentimentale. Ora online su MYmovies

Nadine sta correndo in soccorso del suo compagno Paul che si è rinchiuso in un seminterrato e non vuole uscire dopo che ha avuto un attacco di panico durante un colloquio di lavoro. Cammina nervosamente, è ripresa di spalle. Riesce a raggiungerlo ed entra per confortarlo.

Davanti a lei però non c’è l’uomo, ma prima una mucca, poi un bambino, poi un ragazzo giovane e infine una donna anziana. Sono le scissioni di personalità oppure le alterazioni soggettive dello sguardo della donna sulla sua vita di coppia.

Attraverso dei flashback vengono rimesse a fuoco alcuni dei momenti importanti della loro vita. Nadine, madre single, ha conosciuto Paul in una fabbrica che serve l’industria del carbone vicino Colonia. All’inizio si scontrano, poi s’innamorano e hanno un’altra figlia insieme.

Dopo sette anni però qualcosa è cambiato. Cosa prova la donna? E soprattutto come mai non riesce ad afferrare la l’unica identità dell’uomo, anche fisica, e gli si continua a mostrare sotto diverse forme?

Every You Every Me (titolo originale Alle die Du bist) presentato nella sezione Panorama della 74° Berlinale, è il debutto nel lungometraggio di Michael Fetter Nathansky, classe 1993, cresciuto tra Colonia e Madrid, che si è messo già in evidenza con Gabi (2017) che ha vinto il German Short Film Award.

Potrebbe essere un film sulla fine di un amore ma anche di un nuovo inizio. Il cineasta si sofferma su quello che prova principalmente Nadine, sul possibile senso di colpa perché forse sente di non amarlo più.

Lo accusa senza convinzione con frasi come “Una volta eri più divertente” oppure “Non ti arrabbi nemmeno più”, o del cattivo odore che ha. In realtà non gli può rimproverare niente anche perché è un padre esemplare con le due figlie.

MYmovies ONE, il grande cinema d’autore in streaming. Ovunque, quando vuoi.

Il regista si sofferma spesso sui primi piani della protagonista. L’attrice che la interpreta, Aenne Schwarz, fa avvertire spesso il suo disagio o anche l’improvviso straniamento anche in momenti domestici felici. Oppure fa salire la tensione come nella litigata con il compagno quando la figlia piccola non vuole mettersi il pigiama.

Nadine è piena di slanci improvvisi ma si assenta anche all’improvviso. Regala un camper a Paul (interpretato da Carlo Ljubek), diventa improvvisamente passionale oppure è fredda. Il suo personaggio sembra una variazione dei tanti volti di Nina Hoss nei film di Christian Petzold. Ma qui è soprattutto lei che guida la narrazione e gli altri personaggi diventano frammenti che sottolineano la sua inquietudine o infelicità.

Every You Every Me è un ritratto al femminile che segue i diversi momenti della sua storia l’amore nel corso del tempo. La struttura non è così intenzionalmente frammentata come il recente We Live in Time, dove Florence Pugh ed Andrew Garfield giocano alla pari.

Il film sottolinea anche la sua rabbia implosa, mai dichiarata prima di tutto con se stessa, evidente anche nella scena in piscina dove se la prende con la figlia più piccola che le sta tirando i capelli. E mette continuamente alla prova anche i suoi sentimenti quando manda Paul a conoscere una sconosciuta.

Il film è anche un quadro sull’instabilità non solo sentimentale ma anche economica, come si vede anche dal modo in cui viene mostrata la fabbrica che sta navigando in cattive acque. Si avvertono, sotto questo aspetto, echi dal cinema sociale inglese, dal Free Cinema a Ken Loach, dove il lavoro e la vita privata finiscono per intrecciarsi.

Ma il realismo si apre anche a una dimensione fantastica, proprio in quelle mutazioni di Paul che diventano l’aspetto magico della quotidianità, proprio come le ali dietro la schiena del bambino di Ricky – Una storia d’amore e libertà. Come Ozon, anche per Nathansky per comprendere le variazioni dei sentimenti non basta spiegarli razionalmente e proprio per questo c’è bisogno di guardare oltre quello che si ha davanti agli occhi.

Condividi questo contenuto: