Le Borse di oggi, 5 marzo. La Cina delude i mercati, la Ue chiude debole. Milano spicca. Oro da record
MILANO – Le Borse europee terminano deboli – con Milano in controtendenza – all’indomani di una seduta in calo per Wall Street. Gli investitori restano prudenti aspettando le indicazioni che arriveranno questa settimana dalle banche centrali. Non incoraggianti le indicazioni arrivate oggi dalla Cina, che ha deluso i mercati con i nuovi target relativi alla crescita del Pil nel 2024. Gli indici asiatici sono quindi negativi, con Tokyo che chiude poco sotto la parità. Buone notizie si segnalano, per l’Eurozona, dal ritorno dell’indice Pmi sul settore dei servizi di febbraio in territorio di crescita per la prima volta dallo scorso luglio. L’indice sale a 50,2 punti registrando un solido aumento rispetto al 48,4 di gennaio e indica un frazionale miglioramento dei livelli di produzione rispetto al mese precedente. L’Italia vede una salita a 52,2 punti (sopra la quota 50 c’è l’espansione economica).
Lo spread chiude ai minimi da due anni a 139 punti
Nuovo massimo storico per l’oro
Lo spread aggiorna i minimi da gennaio 2022
Lo spread chiude ai minimi da due anni a 139 punti
Chiusura in calo per lo spread tra Btp e Bund che chiude sui minimi da gennaio 2022. A fine seduta, il differenziale di rendimento tra il decennale tricolore e il pari scadenza tedesco si è attestato a 139 punti base (136 punti il minimo intraday raggiunto intorno a metà seduta), contro i 142 punti della chiusura di ieri. In decisa flessione anche il rendimento del btp decennale benchmark, che ha segnato un’ultima posizione al 3,70%, dal 3,81% del closing della vigilia, in questo caso al minimo da inizio di quest’anno.
Chiusure deboli nella Ue, ma Milano guadagna lo 0,71%
Chiusura debole per le Borse europee con l’eccezione di Milano che termina la seduta in rialzo. Gli investitori aspettano il direttivo della Bce di giovedì e l’audizione, in programma domani, del presidente della Fed, Jerome Powell, al Congresso Usa. Segnali positivi per il settore dei servizi nell’Eurozona: l’indice Pmi a febbraio si è spostato in territorio di crescita per la prima volta dallo scorso luglio. L’indice sale a 50,2 punti registrando un solido aumento rispetto al 48,4 di gennaio e indica un frazionale miglioramento dei livelli di produzione rispetto al mese precedente. La ripresa dell’attività ha coinciso con un’ampia stabilizzazione della domanda, con il rispettivo indice che si è attestato al di sotto ma vicino alla soglia neutra di 50 punti. Bene anche il composito che sale a 49,2 punti da 47,9 e oltre le stime (48,9). La Borsa di Parigi è scesa dello 0,3% a 7.932 punti, Francoforte dello 0,15% a 17.698 punti mentre Londra è invariata (+0,08%) a 7.648 punti. In controtendenza Milano che guadagna lo 0,71%.
Wall Street si muove in calo in attesa di Powell
Wall Street apre in calo con i titoli delle megacap sotto pressione in vista di una serie di dati economici e di diversi eventi chiave della settimana, tra cui la testimonianza al Congresso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell in programma domani e giovedì. Il rally alimentato dall’intelligenza artificiale si è esaurito e l’attenzione degli investitori è di nuovo focalizzata sulle prossime mosse delle banche centrali. Nei primi scambi il Dow Jones cede lo 0,25%, il Nasdaq perde lo 0,80% e l’S&P 500 lascia sul terreno lo 0,43%.
Nuovo massimo storico per l’oro
Il prezzo dell’oro ha raggiunto un nuovo massimo storico a 2.140,6 dollari l’oncia, superando i record raggiunti lo scorso dicembre (2.135,40). Gli investitori acquistano il bene rifugio a seguito del protrarsi della guerra in Medio Oriente, dopo che la politica delle banche centrali ha spinto al ribasso i rendimenti obbligazionari e il dollaro.
Borse Ue fiacche dopo l’avvio di Wall Street, ma Milano resta in positivo
Le Borse europee si confermano, fiacche, anche con l’avvio di Wall Street. L’unica eccezione è Milano che sale (Ftse Mib +0,55%) e si porta sopra i 33mila punti. A dare la spinta sono l’energia e le multiutility con A2a che guadagna oltre il 3% Sullo stesso passo Tenaris. Rialzi sul 2% per Enel, Hera e Saipem. Vendite su Tim (-1,24%) in attesa domani della lista del cda e del piano. La lente del mercato è in generale al ‘Super Tuesday’ delle primarie americane. Ma anche all’intervento domani del presidente della Fed, Jerome Powell al Congresso. In Europa l’attesa è a giovedì alla riunione della Bce. L’indice d’area del Vecchio Continente, lo stoxx 600, è cedente con i titoli legati ai beni di consumo , all’energia e all’immobiliare. Tra le singole Piazze Parigi lascia lo 0,17%, Francoforte è piatta e Londra è marginale a -0,03%. Lo spread tra Btp e Bund risale a 138 punti base mentre prosegue la discesa del rendimenti con il decennale italiano sotto il 3,7%. Sul fronte delle materie prime calano tanto il wti (78,4 dollari al barile), quanto il brent (82,5 dollari) . Il gas conferma il rialzo (+3%) e viaggia a 27,6 euro al megawattora. Per i cambi l’euro è debole sul dollaro con cui scambia a 1,0844.
Temasek in trattative per investire in OpenAI
Temasek è in trattative per investire in OpenAI. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali i manager del fondo sovrano di Singapore hanno incontrato l’amministratore delegato di OpenAI Sam Altman diverse volte negli ultimi mesi. Le trattative si inseriscono negli sforzi di Altman di lanciare un ambizioso piano per rivoluzionare l’industria dei semiconduttori, riducendo allo stesso tempo la dipendenza di OpenAI da Nvidia.
Lo spread aggiorna i minimi da gennaio 2022
Si restringe ulteriormente lo spread tra Btp e Bund che aggiorna i minimi da gennaio 2022 sotto quota 140 punti. A metà seduta il differenziale di rendimento tra il Btp decennale benchmark e il decennale tedesco è scivolato fino a 137 punti, dai 141 dell’apertura e dai 142 di ieri. Il rendimento del titolo italiano a 10 anni è sceso ulteriormente a 3,73% dopo aver aperto la sessione odierna al 3,77% e aver chiuso la scorsa ottava addirittura al 3,88%. Il rendimento è tornato ai minimi da inizio febbraio. Secondo gli operatori si conferma l’appeal dei titoli italiani, alimentato questa mattina anche dalle stime Istat sul Pil del quarto trimestre (+0,2% congiunturale e +0,6% tendenziale), e questo fattore si unisce al maggiore interesse per i titoli periferici dell’eurozona prima della riunione della bce di giovedì da cui però non sono attese particolari novità sul fronte della politica monetaria.
Europa in ordine sparso, Milano in positivo
Listini europei in ordine sparso al traguardo di metà seduta. Prevale l’incertezza dopo indici Pmi migliori delle stime, ,ma con i future Usa in calo alla vigilia dell’intervento del presidente della Fed Jerome Powell davanti al congresso americano. La migliore è Milano (+0,4%), seguita da Parigi e Londra (+0,05% entrambe), Francoforte (-0,04%) e Madrid (-0,17%). In arrivo dagli Usa gli indici Pmi, gli ordini di beni durevoli e di fabbrica, gli indici Ism e le vendite nazionali di veicoli. Scende a 137 punti il differenziale tra Btp e Bund decennali tedeschi, portandosi ai minimi dal gennaio del 2022, con il rendimento annuo italiano in calo di 6,7 punti al 3,73% e quello tedesco di 2,9 punti % (-1,4 punti). In calo il greggio (Wti -0,37% a 78,45 dollari al barile), azzera il rialzo l’oro (+0,03% a 2.124 dollari l’oncia), corre invece il gas (+3,55% a 27,82 euro al MWh). Riducono il calo i petroliferi Shell (-0,58%) e TotalEnergies (-0,44%), mentre gira al rialzo Eni (+0,28%). In campo telefonico appaiono contrastate Cellnex (+1,47%), che prevede di distribuire “almeno 3 miliardi di euro in dividendi tra il 2026 e il 2030”, come annunciato in vista del primo Capital Market Day, e Tim (-0,96%). In ordine sparso le banche con Intesa (+1,7%) spinta dagli analisti di Morgan Stanley, che hanno alzato il prezzo obiettivo da 3,6 a 4,1 euro, Mps (+0,48%), Unicredit (+0,08%), Bper (+0,05%) e Banco Bpm (-0,04%). Deboli Credit Agricole (-0,64%), Santander (-0,6%) e SocGen (-0,48%).
Ariston archivia il 2023 con un utile di 191 milioni di euro
Ariston archivia il 2023 con utile netto di 191 milioni di euro (in crescita del 36,3% rispetto al 2022) e ricavi netti che salgono a 3.092 milioni di euro (+30%). Il free cash flow è a 112 milioni di euro, contro 32 milioni di euro nel 2022. L’ebit adjusted è di 314 milioni di euro, in crescita del 41,2% rispetto al 2022. L’indebitamento è di 611 milioni di euro a fine anno, a seguito dell’uscita di cassa per l’acquisizione di Wolf & Brink, il pagamento dei dividendi e il riacquisto di azioni proprie. La proposta di dividendo è di 17 centesimi di euro per azione, (+31% rispetto all’anno precedente e pari a un pay-out del 33% sull’utile netto) .
Brembo chiude il 2023 con ricavi poco sotto i 4 miliardi
Brembo chiude il 2023 con ricavi poco sotto i 4 miliardi di euro (3,85 miliardi), con una crescita del 6,1% rispetto all’anno precedente. L’utile netto sale a 305 milioni, in aumento del 4,2% rispetto al 2022. Brembo archivia un 2023 che “conferma il trend di crescita dell’azienda”, spiega il presidente esecutivo di Brembo Matteo Tiraboschi. Il Cda ha convocato l’assemblea degli azionisti per il 23 aprile. Tra i punti all’ordine del giorno l’approvazione del bilancio e la proposta di un dividendo di 0,30 euro per azione.
Hong Kong chiude pesante
La Borsa di Hong Kong ha chiuso gli scambi con una brusca correzione dopo la diffusione dell’obiettivo di Pil della Cina di “circa il 5%” per il 2024: l’indice Hang Seng cede il 2,61%, a 16.162,64 punti.
Europa fiacca in avvio
Avvio di seduta negativo per leprincipali borse europee. Parigi cede lo 0,12% a 7.946 punti, Londra lo 0,22% a 7.623 punti, Francoforte lo 0,19% a 17.682punti e Madrid lo 0,07% a 10.061 punti.
Tokyo chiude poco mossa
Chiusura poco mossa per la Borsa di Tokyo con l’indice Nikkei che, al termine della seduta, si muove poco sotto la parità e perde lo 0,03% a 40.097,63 punti.
Pechino delude i mercati con le prospettive di crescita
Borse asiatiche con il freno a mano tirato dopo che Pechino le ha deluse con i suoi nuovi target per l’anno in corso. Secondo il report ufficiale del governo sul lavoro, per il 2024 la Cina ha fissato un obiettivo di crescita del 5%, in linea con il Pil dello scorso anno ma ben lontano dall’espansione a due cifre che per anni ha guidato la seconda economia mondiale. Hong Kong cede il 2,40%, mentre Shanghai si difende con un rialzo dello 0,29%. Male anche la Borsa di Seul con un -0,93%; Tokyo invece ha chiuso poco sotto la parità la seconda seduta settimanale con l’indice Nikkei a -0,03% a 40.097
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