Gene Hackman: la famiglia vuole bloccare le foto ed i verbali dell’indagine

Un rappresentante della famiglia dell’attore Gene Hackman sta cercando di bloccare la divulgazione al pubblico di autopsie e indagini, in particolare fotografie e video delle telecamere della polizia, relativi alle morti dell’attore e di sua moglie Betsy Arakawa , dopo che i loro corpi parzialmente mummificati sono stati scoperti nella loro casa del New Mexico il 26 febbraio.

La scorsa settimana le autorità hanno annunciato che Gene Hackman è morto all’età di 95 anni per malore cardiaco con complicazioni del morbo di Alzheimer, circa una settimana dopo che una rara malattia trasmessa dai roditori, la sindrome polmonare da hantavirus, aveva ucciso la moglie 65enne. Il pacemaker di Hackman ha mostrato segni di attività l’ultima volta il 18 febbraio, indicando un ritmo cardiaco anomalo il giorno in cui è probabilmente morto. I corpi della coppia non sono stati scoperti fino al 26 febbraio, quando addetti alla manutenzione e alla sicurezza si sono presentati alla casa di Santa Fe e hanno allertato la polizia, lasciando un mistero da svelare per le forze dell’ordine e i medici forensi.

Julia Peters, rappresentante della coppia, ha esortato il tribunale distrettuale a proteggere il diritto alla privacy della famiglia ai sensi del 14esimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, sottolineando la natura potenzialmente scioccante di fotografie e video nell’indagine in caso di diffusione da parte dei media. La richiesta, presentata martedì, descriveva anche lo stile di vita discreto della coppia a Santa Fe: la capitale è nota come rifugio per celebrità, artisti e autori e la coppia “ha vissuto una vita privata esemplare per oltre trent’anni senza mettere in mostra il proprio stile di vita”, si legge nella richiesta di Peters.

La legge sui documenti aperti del New Mexico blocca l’accesso pubblico a immagini sensibili, ma allo stesso tempo, la maggior parte delle indagini sulle morti da parte delle forze dell’ordine e i referti delle autopsie da parte degli investigatori medici sono in genere considerati documenti pubblici ai sensi della legge statale, nello spirito di garantire la trasparenza e la responsabilità del governo. “Penso che si violi la trasparenza se il tribunale dovesse proibire la divulgazione di tutti i documenti delle indagini, comprese le autopsie”, ha affermato giovedì Amanda Lavin, direttore legale presso la fondazione non-profit New Mexico Foundation for Open Governmen. “C’è anche una preoccupazione per la salute pubblica, dato che è stato coinvolto l’hantavirus”, ha aggiunto, affermando che la richiesta preventiva di impedire la divulgazione dei documenti governativi, per motivi costituzionali, è insolita.

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