È morta Rosetta Dello Siesto, la moglie di Andrea Camilleri
Non c’è rigo che io abbia pubblicato che non sia stato prima letto da lei”. Così Andrea Camilleri diceva, con affetto e massima complicità, della moglie Rosetta Dello Siesto, sposata nel dopoguerra (1957) e che gli era stata accanto prima negli anni della carriera in Rai e poi nell’avventura, tardiva ma incredibilmente fortunata, di autore di romanzi. Sessantadue anni di matrimonio, fino alla scomparsa di Camilleri, il 17 luglio 2019, tre figlie, quattro nipoti e due pronipoti, Matilda (cui lo scrittore ha dedicato un libro autobiografico intitolato Ora dimmi di te. Lettera a Matilda) e il piccolo Andrea sono solo il bilancio pubblico di una vita che Rosetta e Camilleri avevano attraversato insieme.
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Milanese, Rosetta aveva incontrato Camilleri a Roma, a teatro, dove lui dirigeva uno spettacolo e lei, neolaureata, era stata chiamata ad affiancarlo: si trattava infatti di una pièce su Pico della Mirandola, che era stato al centro della sua tesi di laurea.
Andrea Camilleri: “La felicità è nelle cose ridicole”
Nel libro dedicato alla pronipote, Andrea Camilleri ricordava con tenerezza e una sottile auto ironia i prodromi della loro relazione: “Dopo che lo spettacolo andò in scena partii per restare un mese in Sicilia dai miei. Trascorsa una settimana, mi resi conto con mia grande sorpresa che non c’era stato giorno che non avessi pensato a quella ragazza. Non riuscivo sinceramente a spiegarmene le ragioni ma un fatto era sicuro: ogni sera, prima di addormentarmi, davanti ai miei occhi compariva la sua immagine sorridente. Avevo due compagni di infanzia, veri e autentici amici, e raccontai a loro lo strano fenomeno che mi stava capitando. Devo confessarti che fino a quel momento io ero passato da una ragazza all’altra con grande facilità. La risposta dei miei due amici fu di una semplicità elementare: «Te ne sei innamorato». Nei restanti giorni di vacanza siciliana ebbi modo di constatare come quella risposta fosse stata giusta. Così, appena tornai a Roma le telefonai e la invitai a cena, lei accettò. Da quella sera ceniamo assieme da oltre sessant’anni”. E ancora: “Sono stato un uomo fortunato e se il mio matrimonio è durato tanto ciò è dovuto principalmente all’intelligenza, alla comprensione e alla pazienza di Rosetta. Il nostro rapporto non è mai stato alterato da nessun evento esterno”, disse parlando di lei.
Ora i loro destini si sono riuniti.
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