Quanti anni ha davvero il tuo cuore? Risponde la risonanza magnetica

La carta d’identità ufficiale non lascia dubbi. E dice 50. Ma magari, vista l’ipertensione poco controllata da qualche tempo, per il cuore gli anni trascorsi dal primo vagito sono già cinque di più perché la pressione alta lo invecchia. E la stessa tendenza alla disparità tra età anagrafica ed età biologica cardiaca si può osservare in chi affronta da tempo l’obesità, in chi soffre di diabete o in chi comunque presenta fattori di rischio cardiovascolari specifici. Solo che, da fuori, è difficile capire chi ha una carta d’identità che inganna. E quindi è anche difficile programmare piani di prevenzione specifici per ridurre le probabilità di andare incontro a infarto o ictus.

Ma attenzione: la sfida di riconoscere la vera età cardiaca si potrà vincere. Grazie alla risonanza magnetica. A proporre l’impiego di questa strategia è una ricerca coordinata da esperti dell’Università dell’East Anglia (UEA), coordinati da Pankaj Garg, della Norwich Medical School dell’UEA. Lo studio è stato pubblicato su Open European Heart Journal.

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Un segnalatore su misura

Sostanzialmente, il controllo con la risonanza magnetica potrebbe diventare un marcatore affidabile per capire l’età funzionale del muscolo cardiaco e soprattutto quanto e come abitudini non propriamente sane possano influenzare la traiettoria di salute cardiovascolare. In pratica, promette di scoprire se e quanto il cuore è più anziano della persona che lo porta in petto, come può accadere negli ipertesi, nei diabetici e in chi presenta problemi di metabolismo. Come segnala lo stesso Garg in una nota, “il nuovo approccio basato sulla risonanza magnetica non si limita a contare i compleanni, ma misura anche quanto bene resiste il vostro cuore”.

Il ruolo di ipertensione, diabete e obesità

Cosa sono andati a cercare gli esperti? Valutando soggetti in ospedale nel Regno Unito, in Spagna e a Singapore, si sono concentrati sulle risonanze magnetiche di 557 persone: 191 individui sani e 366 con patologie come ipertensione, diabete o obesità. In questa popolazione, grazie a tecniche di imaging avanzate, si sono valutati parametri come le dimensioni e la forza delle camere cardiache. Così si è arrivati ad una formula che aiuta a calcolare l'”età funzionale” del cuore. Questo sistema di valutazione è stato poi utilizzato anche per l’analisi dei cuori sani. Così si è arrivati alla meta. “Abbiamo scoperto che una risonanza magnetica può rivelare la vostra ‘”età funzionale” del cuore – commenta Garg. Nelle persone sane, l’età cardiaca è risultata simile all’età cronologica. Ma nei pazienti con patologie come diabete, ipertensione, obesità e fibrillazione atriale, l’età funzionale cardiaca era significativamente più alta”.

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Il cuore dei malati invecchia rapidamente

L’analisi degli studiosi potrebbe portare ad una sorta di prevenzione personalizzata. Come indicano gli studiosi, le persone con problemi di salute come diabete o obesità spesso hanno un cuore che invecchia più velocemente del previsto, a volte anche di decenni. Sapere questo potrebbe aiutare i medici a intervenire ancor più precocemente. Non solo. L’analisi potrebbe anche far suonare un campanello d’allarme di cui le persone hanno bisogno per prendersi più cura di sé, combattendo alimentazione poco salutare, sedentarietà e altri elementi di rischio. Grazie alla possibilità di individuare i cuori destinati a una più rapida senescenza, insomma, si potrebbero individuare prima i problemi e quindi potrebbe essere più facile affrontarli.

Effetti negativi: costo e tempi dell’esame

“La risonanza magnetica cardiaca è diventata un esame assolutamente fondamentale in cardiologia e non solo per i pazienti cardiopatici: ovviamente non è accessibile a tutti per costi e tempi ma come dimostra questo interessante studio può essere importante per valutare lo stato di benessere del nostro muscolo cardiaco – commenta Stefano Carugo, Direttore Dipartimento Cardio-toraco-vascolare dell’Irccs Policlinico di Milano – Università di Milano. Anche per il cuore, infatti, l’età biologica non va sempre di pari passo con quella anagrafica. Ricordiamo che molto dipende da noi: dobbiamo mantenere sano il cuore con esami attenti nonché mantenendo uno stile di vita attento e accurato”.

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