Dalla Cisl al governo: il premio a Sbarra è la delega per il Sud
La scintilla è scattata l’11 febbraio. Era il giorno dell’addio alla Cisl. Dietro al palco dell’assemblea nazionale del sindacato chiamata a eleggere il suo successore, Luigi Sbarra abbracciava Giorgia Meloni. E la premier, qualche minuto dopo, ricambiava pubblicamente quel gesto con parole di miele: «Luigi è stato un interlocutore franco, determinato, onesto, il governo lo ha sempre ascoltato con grande rispetto». Lui, Luigi, come ha iniziato a chiamarlo pochi giorni dopo essere arrivata a Palazzo Chigi.
Un rapporto privilegiato. Un’intesa maturata tra telefonate e messaggi. Soprattutto nei giorni in cui Cgil e Uil premevano contro l’esecutivo. Le leggi di bilancio, che i due sindacati hanno criticato, e che invece Sbarra ha difeso. Il no al salario minimo, rivendicato invece dalle altre due sigle. Il sì al rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione, anche in questo caso in direzione contraria rispetto al resto del fronte sindacale. E poi, ancora, la legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. L’ha voluta proprio Sbarra. E l’ha difesa quando Cgil e Uil protestavano per le modifiche invasive della maggioranza. Fino agli scioperi generali, da cui la Cisl ha sempre preso le distanze. È in quei momenti che la sintonia con Meloni si è trasformata in asse.
Attacco di Israele all’Iran: Meloni convoca riunione di governo
Fino a ieri, quando la scintilla si è fatta ancora più viva. Da interlocutore a componente del governo: Luigi Sbarra è il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio per il Sud. Ecco il grande salto del sindacalista calabrese, classe 1960, che dalle lotte dei braccianti contro il caporalato era arrivato, quattro anni fa, a guidare l’organizzazione sindacale vicina alla Chiesa.

Non è la prima volta che il leader di un sindacato approda nel campo della politica: ma con eccezione di Franco Marini, che proprio dalla Cisl passò a fare il ministro del Lavoro nel governo Andreotti VII, mai nessuno aveva azzardato un balzo così diretto. E invece, qualche giorno fa, quando è stato contattato dalle strutture di Palazzo Chigi, Sbarra ha detto subito sì. In mezzo, tra il palco dell’assemblea della Cisl e la nomina a sottosegretario, settimane di silenzio. Neppure una partecipazione a un evento del sindacato. Ma i contatti con la premier non si sono fermati.
Lei, raccontano fonti di governo, l’ha scelto perché espressione del Sud: il profilo giusto per dialogare con territori che aspettano risposte. L’endorsement l’ha fatto proprio durante la riunione del Consiglio dei ministri di ieri. «Ho già condiviso la decisione con Antonio e Matteo (Tajani e Salvini ndr), è la migliore che potevamo fare e di cui sono molto contenta», ha detto ai ministri presenti.
Sbarra ha ricambiato con un comunicato intriso di ringraziamenti per il governo che ha permesso al Sud di raggiungere «significativi segnali di ripresa economica, sociale e occupazionale». Corteggiato da Forza Italia, voluto da FdI, alla Lega non dispiace affatto. La presidenza della Fondazione “Franco Marini”, che ha voluto a tutti i costi, alla fine è stata profetica.
Condividi questo contenuto: