Leucemia mieloide, che cos’è la malattia che ha colpito Achille Polonara

Una notizia sta scuotendo il mondo della pallacanestro. Il cestista Achille Polonara della Virtus Segafredo Bologna e della Nazionale è stato colpito da una forma di leucemia mieloide e ora è ricoverato nel reparto di Ematologia dell’Ospedale Sant’Orsola Malpighi. L’ha comunicato la Virus alla vigilia di gara 3 della finale scudetto.

Il 2 giugno scorso, in occasione della gara 2 della semifinale contro Milano, il giocatore 33enne è rimasto ai box e ha poi saltato le successive partite a causa di una infezione (sindrome mononucleosica), aveva spiegato la Virtus. Al momento non è dato sapere se il tumore del sangue che lo ha colpito – dopo quello del testicolo diagnosticato nel 2023 e superato – sia leucemia mieloide acuta o cronica, perché entrambe sono caratterizzate dalla proliferazione incontrollata delle cellule staminali emopoietiche (ossia che danno origine alle cellule del sangue) nel midollo osseo, ma sono comunque due neoplasie ematologiche diverse dal punto di vista sia del decorso, sia della prognosi sia dei trattamenti.

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La leucemia mieloide acuta

La leucemia mieloide acuta (Lma) è la forma più comune di leucemia acuta negli adulti, e in Italia si stimano circa 3.000-3.500 nuovi casi l’anno. Può svilupparsi a qualsiasi età, ma l’incidenza aumenta con l’avanzare degli anni ed è più frequente negli over 60 (l’età media alla diagnosi è di 69 anni). È un tumore molto eterogeneo, generalmente aggressivo, che si sviluppa rapidamente. I sintomi dipendono dall’infiltrazione progressiva delle cellule leucemiche nel midollo, che perde così la capacità di esercitare le sue funzioni e di produrre le cellule del sangue. Anemia, stanchezza, pallore, sanguinamenti ed ematomi, legati alla carenza di piastrine e infezioni sono i sintomi principali.

La leucemia acuta promielocitica

Tra le Lma ne esiste però anche una forma, chiamata leucemia acuta promielocitica (Lap), che oggi è curabile senza chemioterapia, con tassi di risposta ai trattamenti quasi del 100%. È caratterizzata da alterazioni della coagulazione del sangue e, in particolare, da un elevato rischio di gravi emorragie: nella maggior parte dei casi, infatti, richiede interventi di emergenza già dalle prime manifestazioni cliniche che possono altrimenti risultare fatali. Di norma la Lap insorge intorno ai 40 anni e costituisce circa il 10-15% dei casi di Leucemia mieloide acuta.

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La leucemia mieloide cronica

La leucemia mieloide cronica è un tumore più raro, che conta 700-800 nuovi casi l’anno e l’età media della diagnosi è di 60-65 anni, ma esistono anche casi giovanili. È causata da un’anomalia a livello di due cromosomi che formano il cromosoma Philadephia (Ph+). Grazie a nuove terapie più efficaci e meglio tollerate, si riscontra un aumento della prevalenza, che si stima intorno ai 9 mila casi nel nostro Paese.

La maggior parte delle diagnosi avviene nella fase cronica ed è di solito casuale, attraverso esami del sangue eseguiti per altri motivi. La prognosi è oggi molto buona e in molti casi la speranza di vita è quasi sovrapponibile a quella della popolazione generale. Inoltre la qualità di vita dei pazienti, inoltre, è decisamente migliorata rispetto al passato, quando la cura era rappresentata dal trapianto di midollo o da farmaci con un impatto elevato.

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