AgCom, avviso al governo: “Poste private a rischio”
ROMA – Nel settore della corrispondenza, l’Italia rischia un ritorno «forte» al monopolio. Il servizio dunque minaccia di finire nuovamente in capo a una sola società, Poste Italiane.
E la situazione – avverte il Garante per le Comunicazioni, l’AgCom – può generare un «incremento dei prezzi dei servizi», una «perdita di efficienza», «uno spreco di risorse».
Il Garante è in allarme per la sorte delle «microimprese» attive nella consegna di corrispondenza. Ditte spesso individuali che rischiano di ridursi «drasticamente». Anche «molte piccole e medie aziende vedranno i margini abbassarsi al di sotto della soglia minima di pareggio».
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I rischi occupazionali
Le imprese più grandi, a loro volta possono finire in difficoltà; dunque rinunciare agli investimenti, aumentare i prezzi dei servizi (di nuovo), soprattutto tagliare posti di lavoro.
Per questi motivi, il Garante – arbitro anche del settore postale – scrive una segnalazione al governo Meloni. Nella segnalazione, il Garante chiede all’esecutivo di correggere un decreto legislativo (il numero 261 del 1999). È scritta al suo interno la norma indigesta, madre di tutte queste minacce.
Per decenni, Poste Italiane ha agito in regime di monopolio, fino a quando poi l’Unione europea ha liberalizzato il settore. La liberalizzazione ha preso forma tra il 2003 e il 2010.
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Nei paesini, sulle isole
Dopo l’apertura del mercato alle aziende concorrenti, Poste Italiane ha conservato sulle sue spalle alcuni oneri e doveri (proprio perché è l’ex monopolista). In particolare, Poste ha tenuto in piedi l’intero armamentario di personale, strutture e tecnologie necessario ad assicurare a ogni cittadino i “servizi essenziali”.
Sono i servizi “universali” che devono ricevere anche le persone residenti su un isolotto o in un paesino di alta montagna.
Ora, il nostro Paese ha messo in piedi un Fondo di compensazione che ha aiutato Poste a garantire i “servizi essenziali” (dalla corrispondenza al recapito delle bollette). Il Fondo è alimentato dai soldi pubblici, ma anche dai contributi delle quasi 4.000 aziende del comparto postale.
Il 10% degli introiti
Contributi che arrivano fino al 10% degli introiti lordi. Il Fondo ha funzionato dal 2001 al 2012. Poi il Garante lo ha congelato (tra il 2012 e il 2019). Poi i giudici del Tar hanno contestato il congelamento. Ora il Fondo dovrà essere riattivato.
Ma il Garante segnala al governo gli «elevati concreti livelli di rischio per l’intero mercato», economici e competitivi, effetto della riattivazione. Di qui la richiesta di cambiare la legge eliminando il Fondo.
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