Attacco Usa all’Iran, l’Ue: “Si torni al tavolo dei negoziati”. L’Onu: il mondo è in pericolo
C’è chi chiede un passo indietro e chi di tornare al tavolo dei negoziati. Dall’Ue all’Onu, le preoccupazioni per la situazione in Medio Oriente e le richiesta pressante di una soluzione diplomatica aumentano di ora in ora. Dopo l’attacco degli Usa ai siti nucleari dell’Iran, l’Unione europea sottolinea la necessità che “tutte le parti facciano un passo indietro”. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, sottolinea: “L’Iran non deve assolutamente entrare in possesso della bomba. Con le tensioni in Medio Oriente che hanno raggiunto un nuovo picco, la stabilità deve essere la priorità. Il rispetto del diritto internazionale è fondamentale. È giunto il momento che l’Iran si impegni in una soluzione diplomatica credibile. Il tavolo dei negoziati è l’unico luogo in cui porre fine a questa crisi”.
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E Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’Ue, sul social X esorta tutti i Paesi coinvolti “a tornare al tavolo delle trattative e a impedire un’ulteriore escalation .Domani i ministri degli Esteri dell’Ue discuteranno della situazione”.
Pensiero condiviso anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani (“Ci auguriamo che dopo questo attacco che ha portato un danno enorme alla produzione dell’arma nucleare, che rappresentava un pericolo per tutta l’area, si possa arrivare veramente a una de-escalation: l’Iran si sieda a un tavolo di trattative”) e dal premier della Gran Bretagna, Keir Starmer, che esorta Teheran a tornare a negoziare sul nucleare. La Cina condanna l’attacco Usa parlando di “violazione del diritto internazionale” e sottolinea: “Questa mossa degli Stati Uniti viola gravemente gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale e aggrava le tensioni in Medio Oriente”.
Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, lancia l’allarme e parla di una “pericolosa escalation in una regione già in bilico” e di una “minaccia diretta alla pace e alla sicurezza nel mondo”, mentre Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo, invita “tutte le parti alla moderazione e al rispetto del diritto internazionale e della sicurezza nucleare”. Ha ribadito che “la diplomazia resta l’unica via per garantire pace e sicurezza nella regione mediorientale” e ha avvertito che “troppe vittime civili rischiano ancora una volta di pagare il prezzo dell’escalation”. L’Unione Europea, ha aggiunto, “continuerà a impegnarsi con le parti e i nostri partner per una soluzione pacifica al tavolo dei negoziati”.
E mentre il ministro della Difesa, Guido Crosetto, al Tg1 dice che il bombardamento degli Usa “cambia completamente lo scenario, si apre una crisi molto più grande” e anche “da parte dell’Iran” c’è da attendersi “una risposta molto più forte che rischia di allargarsi a tutti gli obiettivi americani”, il ministro degli Esteri russo, Lavrov, avverte che “il mondo rischia di sprofondare nel caos, mentre la Croce rossa sottolinea che “la guerra avrà conseguenze irreversibili”.
Preoccupata dalla situazione in Medio Oriente anche l’Arabia Saudita e l’Oman fa appello a una de-escalation immediata, bollando il raid americano come “un’aggressione illegale che minaccia di ampliare la portata della guerra e costituisce una grave violazione del diritto internazionale”. La Turchia esprime e “profondamente preoccupata” per le “possibili conseguenze” degli attacchi statunitensi contro gli impianti nucleari in Iran e la Francia esorta ala moderazione restando “convinta che una soluzione duratura a questa situazione richieda una soluzione negoziata nel quadro del Trattato di non proliferazione nucleare”.
In una dichiarazione, la diplomazia egiziana ha avvertito del “rischio di vedere la regione scivolare in un caos e in una tensione maggiori”, condannando un'”escalation accelerata che minaccia di avere pericolose ripercussioni sulla sicurezza e la pace regionale e internazionale”. “Soluzioni politiche e negoziati diplomatici, e non soluzioni militari, sono l’unica via d’uscita dalla crisi”. La Svizzera chiede di “proteggere i civili”.
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