Elezioni Coni, le condizioni di Malagò a Buonfiglio e la carta Mornati
ROMA – La carta Mornati potrebbe stravolgere, a poche ore dal voto per eleggere il nuovo presidente del Coni, gli equilibri delle due coalizioni in corsa. Tutto ruota intorno alla figura del prossimo segretario generale. Il voto è previsto per domani, dalle 10 di mattina al Centro di Preparazione Olimpica all’Acqua Acetosa a Roma. Ma l’esito è tutto da scrivere.
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Elezioni Coni, il nodo del segretario
In una riunione di qualche ora fa, convocata dal presidente uscente Giovanni Malagò, è stata posta sul tavolo una condizione a Luciano Buonfiglio, il candidato su cui punta il presidente uscente e che domani entrerà papa nel conclave dell’Acqua Acetosa. In ballo, ci sono i voti di alcune delle federazioni più importanti dello sport italiano, basket e calcio. E soprattutto, il ruolo di Franco Carraro. A 86 anni, Carraro ha posto una condizione per farsi da parte: non vuole lasciare il Coni in mano a Buonfiglio senza una figura che a suo modo di vedere sia di garanzia dell’istituzione che lui stesso ha guidato dal 1978 al 1987. Nella riunione con Malagò, Gianni Petrucci e Gabriele Gravina, la condizione posta è stata quasi vincolante: se sarà eletto, come ormai tanti pensano (o sperano), il suo segretario generale deve restare Carlo Mornati, già braccio destro del presidente uscente. Ritenendolo una garanzia per il futuro del Coni.
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La richiesta di Malagò e Carraro a Buonfiglio
Una mossa che ha spiazzato Buonfiglio. Il presidente della Federazione Canoa Kayak infatti ha un accordo con Alberto Miglietta, che dovrebbe essere il suo segretario generale in caso di elezione. E ha preso tempo, dicendo di non potersi esporre adesso in questo senso. Ma la richiesta è rimasta lì, intatta. Addirittura, Franco Carraro ha chiesto di metterla nero su bianco: solo così avrebbe ritirato la propria candidatura, sostenendo Buonfiglio. Una questione che sta agitando il fronte del più lanciato dei candidati, a poche ore dal voto.
Il caso del decreto sport
Anche sul fronte Pancalli c’è agitazione. Ma qui non si tratta di cariche. L’ormai uscente presidente del Comitato paralimpico, è rimasto stupefatto per il tempismo del decreto sport presentato dal ministro Abodi. Che sulla carta sostiene la sua candidatura, ma che con quel testo ha spezzato il fronte, creando tensioni interne tra chi ha promesso a Pancalli il proprio appoggio. Anche tra i suoi più fedeli supporter.
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