Pride, botta e risposta La Russa Calenda: “Non un fiore ai martiri del ‘56”, “Butta busto del duce”
Il Pride di Budapest diventa occasione anche di un botta e risposta sui martiri della rivoluzione ungherese del 1956. È Ignazio La Russa ad attaccare gli esponenti del centrosinistra che ieri hanno sfilato alla parata per i diritti LgtbqiA+: avranno portato almeno un fiore agli eroi anticomunisti?. Non si fa attendere la replica di Carlo Calenda: “Ti è andata male. Sono andato a rendere omaggio”.
“Chissà se qualcuno dei politici italiani presenti in questi giorni in Ungheria, asseritamente in difesa della libertà di espressione, si sarà ricordato di portare almeno un fiore ai martiri che nel 1956 diedero la vita per la libertà senza aggettivi contro i carri armati comunisti. Chissà”. Questo il commento postato sui social dal presidente del Senato.
“Caro Ignazio La Russa – scrive su X Calenda -, ti è andata male. Sono andato a rendere omaggio al monumento ai martiri del ’56 prima del Pride. Ritenta. Magari dopo che avrai buttato la statua di Mussolini. Lezioni su anti autoritarismo da te anche no”.
Un batti e ribatti che prosegue anche il giorno dopo, con Calenda che a margine della presentazione della proposta di assemblea costituente in Senato, commenta: “Io non mi faccio insegnare da uno che ha il busto del Duce dentro casa come si è democratici e anti-totalitari. La Russa ha fatto una provocazione sui social e ha scritto: voglio vedere se i parlamentari andati a Budapest per il Pride sono andati anche al monumento dedicato alle repressioni sovietiche del ’56. E gli è andata male perché io ci sono andato prima del Pride perché sono un anti-totalitario”. E aggiunge: “Ma se La Russa è un anti-totalitario butti quel busto del Duce. Lui dice: ma tu lo butteresti un busto regalato da tuo padre? Beh, se vai a visitare il Binario 21 e vedi dove i fascisti e i nazisti mettevano sui carri bestiame gli ebrei da mandare nei forni sì, butti quel ca**o di busto”.
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