Una panchina rossa in Chirurgia per una parità vera
I simboli raccontano spesso più di tante parole. E la panchina rossa nell’atrio di accesso della I clinica chirurgica del Policlinico Umberto I di Roma racconta della volontà di dare un segnale forte e permanente della lotta alla violenza di genere. Non a caso la panchina è stata inaugurata nel corso di un convegno sulla parità di genere in chirurgia, che ha analizzato anche le differenze di genere nel contesto lavorativo ospedaliero. Una specialità medica, la chirurgia, un tempo solo maschile.
Le donne in chirurgia
“La presenza delle donne nell’ambito della chirurgia, specialità medica un tempo esclusivamente riservata al sesso maschile è utile e significativa – premette Enrico Fiori, Direttore del Dipartimento di Chirurgia Generale, Chirurgia Plastica e Ortopedia del Policlinico romano – dal 2021 ad oggi la rappresentanza femminile che accede alla Scuola di specializzazione in Chirurgia è in progressivo aumento, con dati in percentuale del 74% per la scuola e del 70% per il Dottorato. Il 70% di loro si distingue per ottimi risultati e mostra competenze eccellenti. Eppure, sul piano della rappresentanza, siamo ancora molto indietro. Se guardiamo i numeri a livello nazionale, ci accorgiamo che su 136 docenze ordinarie nel campo della chirurgia, solo il 7% è ricoperto da donne. Anche nella nostra azienda, dove la percentuale femminile in chirurgia si attesta intorno al 25%, la strada da fare è ancora lunga. Sono dati che non ci devono scoraggiare, ma motivare. È vero che rispetto al 2022 la rappresentanza è raddoppiata, ma siamo ben lontani dall’equilibrio”.
La “Cassetta degli attrezzi”
Qualcosa sta cambiando. E il cambiamento è visibile alla Sapienza che ha eletto come Rettrice una donna, Antonella Polimeni. “Ha dato una spinta propulsiva, non possiamo non ricordare iniziative pionieristiche come il Gender Equality Plan (GEP), un progetto che ha fatto scuola, letteralmente: molte altre università lo hanno adottato. E poi la “Cassetta degli attrezzi”, un corso interdisciplinare aperto a tutta la comunità universitaria che affronta il tema della violenza di genere da molteplici prospettive — medica, psicologica, economica, giuridica — offrendo anche crediti formativi a studentesse e studenti. Parlare di parità di genere, però, significa andare oltre le percentuali. Significa riconoscere e valorizzare la pluralità delle affettività, dei diritti relazionali, delle esperienze personali. Solo così possiamo contribuire alla costruzione non solo di una società sana, ma anche profondamente umana. Ecco perché oggi abbiamo voluto inaugurare una panchina rossa, simbolo della lotta contro la violenza di genere, proprio nel nostro Dipartimento. È un gesto semplice ma denso di significato”.
Poche donne alla guida
Un simbolo, come ha ribadito la Rettrice Polimeni. “I simboli sono importanti – ha precisato Polimeni – ma vanno sempre accompagnati da azioni concrete. Parlare di donne e chirurgia significa toccare uno dei nodi più resistenti del cambiamento culturale. Nonostante le professioniste rappresentino circa il 70% del personale sanitario in Italia — includendo medici, infermiere e altre figure fondamentali — nella chirurgia la loro presenza resta ancora limitata. I dati lo confermano: a livello nazionale, meno del 20% delle strutture complesse è guidato da donne; nella chirurgia i numeri sono ancora più bassi. Anche in ambito accademico le posizioni apicali sono concentrate quasi esclusivamente nelle discipline di base, con una forte sotto-rappresentanza nelle aree cliniche.
Pari opportunità per pari capacità
L’iniziativa della Panchina Rossa, così come le molte attività promosse in queste settimane dalle aree chirurgiche del nostro Ateneo, dimostrano una crescente consapevolezza e l’avvio di un percorso che non può più fermarsi. Il principio resta sempre lo stesso: pari opportunità per pari capacità. Il merito deve essere il criterio guida, ma sta a noi creare le condizioni per una vera equità. Grazie per essere qui oggi e per contribuire a costruire una comunità universitaria sempre più giusta, inclusiva e attenta”.
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