Cobolli è super, ma non basta con Djokovic: Nole vince in 4 set e va in semifinale

Londra – Flavio Cobolli, core de Londra. Del resto questa si chiamava Londinium e leggenda vuole che a pochi chilometri da qui Giulio Cesare attraversò il Tamigi durante l’invasione britannica dei romani nel 54 a.C. Due millenni dopo, il centrale di Wimbledon incorona il suo nuovo beniamino. “Flavio, Flavio!” urla la folla di Church Road. Che lui aizza tra imprecazioni e italiana gestualità adorata dagli inglesi, a differenza delle smorfie del Djoker. I romani sugli spalti effondono “daje”, gli americani traducono sul cellulare “c’mon Flavio”, con indimenticabili neologismi.

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Cobolli e Djokovic, una sublime battaglia

Cobolli e Novak Djokovic combattono con sublime ferocia, nel Colosseo di Church Road, o magari “Anfiteatro Flavio”, con i tifosi di Nole che rispondono ai cori e trascinano il serbo. Che ha rischiato grosso contro il ventitreenne italiano, che lunedì sarà numero 19 del mondo. Meravigliosa illusione. Vince con merito Nole, a caccia dell’ottavo titolo nell’Olimpo del tennis e della vetta, sinora irraggiungibile per tutti, del 25° slam. Il 6-7, 6-2, 7-5, 6-4 lo lancia nella sua quattordicesima semifinale di Wimbledon, record dell’era Open — sorpassato Federer. Ma con un colpo di scena, in questo Wimbledon thriller. Al secondo match point annullato da Cobolli, Nole scivola e si spiaggia sull’erba sacra dell’All England Club. Vince lo stesso, zoppicando, tenendosi l’inguine. Church Road trattiene il fiato. Domani l’attende un’epica semifinale contro Jannik Sinner.

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Djokovic chirurgico nei momenti decisivi

Flavio dà tutto contro il suo idolo. Mostra una maturità impressionante all’esordio al Centre Court soprattutto per come vince il primo set, al tie-break, senza mai perdere testa e costanza. Ma crolla nel secondo, come ammette lui stesso: «Ho avuto un calo fisico e di adrenalina». Si riprende, il Flavio furioso, e non si sa come Hugh Grant riesca ad addormentarsi nel Royal Box. Combatte con classe, intraprendenza, lungolinea magici, rabbiosi returns, talvolta con esuberanza eccessiva. Intanto, la leggenda serba alza il livello con sciabolate ferali, recuperi da lince, e coprendo molto meglio il campo. Per poi azzannare i due break al momento decisivo, quando sente l’odore del sangue.

“La regina Camilla? Non l’ho vista”

Ma King Novak benedice Flavio: «Gli faccio davvero i complimenti, oggi è stato straordinario. Mi ha sorpreso soprattutto sul servizio. Ha un enorme talento, ne sentiremo parlare molto. Anche perché ho perso il conto di quanti anni ha meno di me…». Cobolli risponde presentandosi in sala stampa con un cucchiaio — «avevo fame, ahò» — sotto gli occhi dell’altro suo idolo Fabio Fognini. Ma che cosa le ha detto Djokovic dopo il match? «Che sarò presto in top 10». Rimpianti? «Non ho mai giocato una partita così. Sono molto felice e orgoglioso. Ma anche un po’ triste perché meritavo di più. Meritavo il quinto set. Lì poteva succedere di tutto. Ho dato tutto, ho giocato aggressivo come Alcaraz, non è stato abbastanza contro una leggenda come Nole. Ma è stata un’esperienza positiva. La regina Camilla? No, non l’ho vista. Ma perché, c’era?».

Djokovic e quella caduta sul match point

Ecco Nole: «La caduta è stata brutta. Vediamo come mi sentirò nelle prossime ore e se domani mi farà ancora male. Ma sto già pensando a essere al massimo contro Jannik, a livello fisico e mentale. Non penso ad altro. Perché lui è il numero uno al mondo, e io dovrò essere perfetto. Al Roland Garros mi ha battuto in tre set. Ora devo rifarmi. Non vedo l’ora». Il vecchio leone contro la volpe, nel Vaticano del tennis.

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