Gli 80 anni di Mastelloni. “Non mi sono mai venduto. Le promesse di Sangiuliano? Saputo più nulla”

Leopoldo Mastelloni a 80 anni (è nato il 12 luglio del 1945, a Napoli) fa un bilancio della sua vita. Piena di ricordi, incontri e teatro. Dalla legge Bacchelli (che prevede un vitalizio a favore di cittadini illustri che si trovano in stato di particolare necessità) che non è mai arrivata, al suo libro di memorie che uscirà in autunno dove racconta la vita in palcoscenico di un “bullizzato culturale”, come si definizione lui stesso.

Poco più di un anno fa aveva confessato, in un’ampia intervista a Silvia Fumarola sulle pagine di Repubblica, di sentire la mancanza del suo lavoro: “Da quattro anni non faccio teatro e non c’è soluzione, se vieni interpellato è per un venerdì, un sabato e la domenica. Ma io devo pagare il fonico l’elettricista, la compagnia – per quanto piccola – il datore luce, devo avere macchinisti buoni se no è tutto scadente. Non sono mai stato scadente io, di scadente al pubblico non ho mai portato niente. Piuttosto non vado in scena”. Amarezza, ricordi, ma niente rimpianti allora come oggi.

Ma a questo compleanno, confessa ora all’Ansa, “non pensavo di arrivarci in un mondo così pieno di guerre, mi sembra di rivivere i brutti racconti di quando ero bambino”. Negli anni passati aveva parlato anche dei suoi problemi finanziari e l’allora ministro della Cultura Sangiuliano promise di informarsi sui possibili benefici richiesti da un artista che non lavorava da tempo e viveva – come vive oggi – con una pensione bassissima.

Leopoldo Mastelloni: “Sempre bullizzato, dopo la bestemmia in tv mi aiutarono Maurizio Costanzo e Raffaella Carrà. Mi manca il teatro”

“Non ne ho saputo più nulla” dice ora l’artista che aggiunge sempre all’Ansa: “Qualcuno mi festeggerà? Non credo, dalla mia Napoli mai arrivata neppure una pernacchia ‘alla De Filippo’, sinceramente pensavo che un riconoscimento potesse essere automatico. Mi diede di più la capitale, dove da tempo vivo, negli anni Ottanta: ma allora riempivo l’Estate romana, poi il Quirino, l’Eliseo, gli stabili italiani con miei spettacoli, quelli di Patroni Griffi, da Pirandello a Marivaux”.

Mastelloni riflette poi: “Ora vedo piovere onorificenze per cantanti e calciatori, la cultura conta di meno. Credo di aver seminato tanto e che tanti abbiano raccolto. Anche di recente. L’esibizione di Achille Lauro a Sanremo, per esempio, era molto “mastelloniana” proprio perché non superficiale, e anche la maschera di Lucio Corsi. È bello essere ispirati e dirlo: io lo sono stato da De Filippo, Franca Valeri, Paolo Poli. Figli ne ho avuti a migliaia, ma la mia famiglia carnale era il pubblico”.

E aggiunge: “Sono nato nello stesso giorno di Giulio Cesare, quando passo per Largo Argentina lo penso pugnalato. Ma sono più tosto di lui. Non tutti gli ottantenni sono sprint come il sottoscritto. Anche se per uno come me è dura non lavorare. Bisognerebbe pensare di più agli anziani: è difficile anche curarsi, la burocrazia è una gimkana”.

E a proposito del suo libro (Così fan tutti per Albatros – Il Filo) che uscirà in autunno, spiega: “Non lo volevo banale, ma con tante foto. Ci sono dentro anche chiacchierate con Gassman, Vitti, Schygulla, vis-à-vis inediti, chicche sui miei avi: uno era un giudice napoleonico. Non ho più nessuno del mio mondo, quello di Rosi, Ghirelli, Mastroianni, Squitieri. Con loro c’è stato uno scambio costante, che mi ha reso unico. In 80 anni nessuno può rimproverarmi di essermi venduto, infatti non ho una lira. Ora valgono i follower, né la bravura né la bellezza”.

Per Mastelloni ci fu un prima e un dopo la storica bestemmia in diretta tv che lo stroncò: il programma era Blitz, l’anno il 1984. Fatto fuori dalla tv, a Repubblica, racconto che le uniche ad aiutarlo furono Raffaella Carrà che si prese “la responsabilità di rimandarmi in onda” a Pronto Raffaella e “Loretta Goggi con cui fece Via Teulada 66”.

Ma il 1984 gli ricorda anche, come racconta oggi “l’ultima apparizione di Eduardo De Filippo a Taormina, con il figlio Luca. Io ero dietro le quinte con Pupella Maggio. Il maestro mi fece la proposta di lavorare con lui, con una convinzione, mi disse Pupella, mai vista”.

E conclude: “In Rai l’ultima volta sono andato grazie all’amica Valeria Fabrizi come esperto di Mina. E ci sono tre puntate di un Mastellomania mai messe in onda. Ho fatto poi qualche ospitata a Mediaset. Ma il teatro per me è fermo, avevo un progetto-omaggio a Laura Betti e Pasolini”. Chissà. Per il suo compleanno, però, si fa un regalo: “Restare sempre Mastelloni. Sincero”.

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