Energia, infrastrutture e clima: dalla Bei 7,9 miliardi ai Paesi extra Ue

Nel 2024 la Banca europea per gli investimenti (Bei) ha mobilitato 7,9 miliardi di euro nei Paesi extra Ue puntando su clima, energia pulita e infrastrutture sostenibili. Oltre il 60% dei finanziamenti è andato a progetti ambientali, con focus su rinnovabili, adattamento climatico, idrogeno verde e filiere strategiche. Un impegno concreto che ha prodotto 15.500 GWh l’anno da fonti rinnovabili, energia sufficiente per alimentare più di 7 milioni di famiglie, e che ha permesso di evitare l’emissione di oltre 2 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Gli interventi hanno anche permesso risparmi energetici per 1.300 GWh/anno, accesso all’acqua potabile per 1,8 milioni di persone, miglioramento dei servizi sanitari per 600.000 cittadini e il sostegno di 800.000 posti di lavoro nelle Pmi.

I numeri sono contenuti nel nuovo Global Impact Report 2025, che fotografa l’azione della Bei nei Paesi in via di sviluppo, nei Balcani e nel Mediterraneo. Il tutto sotto l’ombrello del piano “Global Gateway”, la strategia dell’Ue per promuovere investimenti sicuri e sostenibili nelle infrastrutture globali. Nel 2024, la Bei ha canalizzato 6,7 miliardi di euro su questo fronte investendo su energia, acqua, trasporti, sanità, digitale e filiere critiche.

Solo per l’adattamento al clima, la Bei ha investito 1,47 miliardi. È il caso del primo “risultato-based loan” in Giordania, che punta a ridurre le perdite idriche del 30% e garantire acqua potabile a 1,6 milioni di persone. Nel complesso, le risorse sono state distribuite in modo ampio. Africa subsahariana: 2,1 miliardi per energia, acqua e supporto alle imprese locali; Asia e Pacifico: 1,3 miliardi per energia pulita e trasporti sostenibili; America Latina e Caraibi: 1,2 miliardi, con focus su reti elettriche e idrogeno verde (tra cui il prestito a Enel in Colombia); area mediterranea: 1,5 miliardi, anche per l’accesso all’acqua e la ricostruzione post-sisma in Marocco; vicinato orientale e Balcani: 1,8 miliardi, inclusi progetti in Ucraina, Albania e Armenia.

I numeri confermano che la dimensione sociale dei prestiti resta centrale: il 28% dei progetti firmati nel 2024 ha avuto un impatto significativo sulla parità di genere, promuovendo inclusione e opportunità soprattutto nei contesti più fragili. Oltre ai prestiti, la Bei ha attivato strumenti innovativi come i debt-for-climate swap, le climate-resilient clauses e i prestiti condizionati ai risultati, pensati per aiutare i Paesi partner a conciliare investimenti e sostenibilità del debito.

Nel frattempo, la banca ha avviato un nuovo fondo tecnico per le materie prime critiche nei Paesi Acp (Africa, Caraibi e Pacifico) che hanno firmato accordi di cooperazione con l’Unione europea, con l’obiettivo di finanziare progetti tracciabili, sostenibili e utili alla competitività industriale europea. “Il nostro obiettivo – si legge nel report – è massimizzare l’impatto, creare connessioni sicure e sostenibili e sostenere Paesi e persone in una transizione giusta, resiliente e condivisa”.

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