Ceccanti: “Così cadrà la legge che esclude la sanità pubblica”

Le sentenze della Corte costituzionale ci dicono che il Servizio sanitario nazionale deve avere un ruolo in materia di fine vita». Il costituzionalista Stefano Ceccanti, ex deputato del Pd, paventa il rischio che la legge attualmente in discussione al Senato, così come è stata scritta, possa essere bocciata dalla Consulta.

Cosa implica la sentenza della Corte sul caso di Libera, la donna che essendo paralizzata non può iniettarsi il farmaco per porre fine alla sua vita?

«La Corte chiede di coinvolgere il Servizio sanitario nazionale. Il governo vuole fare una legge per applicare le sentenze della Consulta, però nel merito sta facendo la scelta opposta. Mentre la Toscana aveva legiferato in coerenza con la Corte».

Al momento non è previsto che il Ssn abbia un ruolo, ci sarà invece un comitato etico. Perché la legge è a rischio bocciatura?

«L’assenza del Servizio sanitario nazionale e la presenza invece di un unico comitato etico sono stati oggetto di critica non solo da parte della Corte ma anche dall’Accademia vaticana per la vita perché monsignor Renzo Pegoraro ha spiegato che non si possono abbandonare le persone».

A decidere della vita delle persone sarà un comitato etico. È costituzionale?

«Un comitato con esperti nominati dal governo può polarizzare le decisioni».

Polarizzare e politicizzare?

«Da una legislatura all’altra il comitato etico può sovvertire i criteri del suicidio assistito perché i componenti potrebbero cambiare sulla base di chi c’è al governo».

Anche questo aspetto potrebbe essere respinto dalla Consulta?

«Il presidente della Corte Augusto Barbera ha detto che le sentenze servono anche a non cadere nel bipolarismo etico. Rischiamo una legislatura con criteri slabbrati e poi nella successiva potrebbero esserci criteri rigidissimi».

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