Nato un bambino da embrione congelato 31 anni fa: è la prima volta
E’ nato negli Stati Uniti il bambino più “vecchio” al mondo. Venuto al mondo in Ohio il 26 luglio scorso da un embrione congelato nel 1992, ben 31 anni prima, Thaddeus Daniel Pierce è oggi un bel bambino sano. I suoi genitori Lindsey, 35 anni, e Tim Pierce, 34 anni, ne sono felicissimi. “Io e mio marito siamo entusiasti di avere questo bambino prezioso”, racconta la signora Pierce, la cui famiglia ha definito la vicenda da “film di fantascienza”.
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Il record
La nascita di Thaddeus Daniel è un vero e proprio record: nessun bambino è mai nato dopo che un embrione è rimasto così a lungo congelato. Il precedente record apparteneva a una coppia di gemelli nati nel 2022 da embrioni congelati nel 1992, quindi 30 anni dopo. I Pierce avevano cercato di avere un figlio per sette lunghi anni prima di decidere alla fine di adottare l’embrione che Linda Archerd, 62 anni, aveva ottenuto nel 1994 con quello che allora era il marito. All’epoca, la signora Archerd e suo marito hanno ottenuto quattro embrioni. Uno è poi diventata la loro figlia, che oggi ha 30 anni ed è mamma a sua volta. Gli altri tre sono rimasti congelati.
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Nonostante la separazione dal marito, la signora Archerd non ha voluto sbarazzarsi degli embrioni. L’intenzione è stata quella di donarli alla ricerca o di donarli a un’altra famiglia in forma anonima. Secondo quanto riferito dalla donna, per lei era importante essere comunque coinvolta con il bambino, anche per via della parentela con la figlia ormai adulta. La signora Archerd ha pagato migliaia di dollari all’anno per conservare i suoi embrioni finché non ha trovato un’agenzia cristiana per la loro adozione, la Nightlight Christian Adoptions, che gestisce un programma noto come Snowflakes. Molte di queste agenzie considerano i loro programmi un modo per salvare vite umane. Il programma utilizzato dalla signora Archerd consente ai donatori di scegliere una coppia, il che significa che possono esprimere preferenze religiose, razziali e di nazionalità. La signora Archerd preferiva una coppia sposata, caucasica e cristiana residente negli Stati Uniti, perché non voleva “andare all’estero”, ha dichiarato al MIT Technology Review.
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Alla fine sono stati scelti i Pierce. La clinica per la fecondazione in vitro del Tennessee presso la quale la coppia si è sottoposta alla procedura, Rejoice Fertility, ha dichiarato che il suo obiettivo era quello di trasferire qualsiasi embrione ricevesse, indipendentemente dall’età o dalle condizioni. La signora Pierce ha affermato che lei e suo marito non avevano intenzione di “battere alcun record”, ma semplicemente “volevano avere un bambino”. La signora Archerd non ha ancora incontrato personalmente il bambino, ma dice di aver già notato una somiglianza con la figlia dalle foto. “La prima cosa che ho notato quando Lindsey mi ha mandato le sue foto – dice Archerd – è quanto assomigliasse a mia figlia quando era piccola. Ho tirato fuori il mio album di foto e le ho confrontate una accanto all’altra, e non c’è dubbio che siano fratelli”.
Adozione e donazione
Ad oggi la pratica dell’adozione degli embrioni è possibile negli Stati Uniti. Mentre in Spagna, Belgio, Cipro e Regno Unito, la legislazione vigente permette di donare gli embrioni eccedenti dei trattamenti di riproduzione assistita ad altre coppie o donne che possano averne bisogno. “In Italia, invece, il destino degli embrioni in eccesso è di restare congelati per sempre”, sottolinea Giuseppina Picconeri, ginecologa e membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU). “Nel nostro paese infatti vige inoltre il divieto di utilizzo degli embrioni sovrannumerari per fini di studio, sperimentazione e ricerca. Questo – continua – si traduce in migliaia di embrioni congelati frutto di tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) che si trovano in una sorta di limbo, senza futuro”.
Congelati in eterno
Secondo la relazione del Ministero della Salute sullo stato di attuazione della Legge 40 del 2004, quella che regola attualmente la PMA, sarebbero oltre 31.000. “Moltissimi di questi embrioni potrebbero essere conservati per decenni o addirittura in eterno tramite il congelamento in azoto liquido, perché non verranno più utilizzati dalle coppie originarie”, evidenzia Picconeri. In molti definiscono il conservarli per sempre nella banca di un centro di PMA un “accanimento conservativo”. “I costi di mantenimento sono elevati – dice Picconeri – e non c’è nessuna logica nel conservarli in questo modo senza scopo. Sarebbe auspicabile che, come succede negli Stati Uniti o in altri paese, anche in Italia si preveda la donazione”. Qualche mese fa il ministero della Salute e il ministero della Famiglia hanno dichiarato di lavorare insieme a un progetto di legge per l’adozione degli embrioni crioconservati. Ad aprile scorso erano attivi tavoli tecnici a questo scopo. “Il problema finalmente sembra attenzionato, speriamo che si arrivi presto a una soluzione”, conclude Picconeri.
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