Gli imperdibili in tv. “Per qualche dollaro in più”, quando Leone riscoprì il West e Lee Van Cleef

Polvere, sparatorie, paesaggi desolati, facce bruciate dal sole, un criminale da catturare e la musica di Ennio Morricone: con Per qualche dollaro in più (oggi su Rai Movie alle 22.50) Sergio Leone reinventa il western.

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Uscito nel 1965, fa parte della “Trilogia del dollaro” (insieme a Per un pugno di dollari e Il buono, il brutto, il cattivo); nasce da un soggetto di Leone e Fulvio Morsella, sceneggiato con Luciano Vincenzoni.

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Due cacciatori di taglie, il Monco (Clint Eastwood) e il Colonnello Mortimer (Lee Van Cleef) raggiungono El Paso sulle tracce dell’Indio (Gian Maria Volonté), bandito spietato, evaso dalla prigione. «Gli Americani hanno sempre dipinto il West in termini romantici, con cavalli che corrono al fischio del padrone. Non hanno mai trattato il West seriamente, come noi non abbiamo mai trattato l’antica Roma seriamente», spiegava Leone, «forse il più serio dibattito sull’argomento è stato fatto da Kubrick in Spartacus: gli altri film sono sempre stati favole di cartone. È stata questa superficialità che mi ha colpito e interessato».

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Per il ruolo del Colonnello voleva Henry Fonda, Charles Bronson o Lee Marvin, che firma per un altro film. Quindi Leone opta per Lee Van Cleef, di cui ha una vecchia foto, e parte per Los Angeles. «Dopo aver corso in lungo e in largo, riuscimmo a trovare il suo agente di nome Sid. Mi disse che Lee Van Cleef non faceva più l’attore, che ora era un pittore, era stato a lungo in ospedale perché aveva avuto un incidente frontale in un canyon a Beverly Hills». Accetta la parte e il film segna la sua rinascita artistica.

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Per qualche dollaro in più esce a Roma nel 1965, pochi giorni prima di Natale, al Supercinema. Un trionfo. Dialoghi da ricordare. Il Monco: “Ho una domanda, se non è indiscreta”. Colonello: “Le domande non sono mai indiscrete le risposte, a volte, lo sono”.

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