Giuliano Sangiorgi torna alla Notte della Taranta: “Lu Carcaluru” e l’omaggio a una terra ferita
A diciotto anni dalla sua storica esibizione, Giuliano Sangiorgi torna sul palco della Notte della Taranta. Il leader dei Negramaro, figura simbolica del Salento, sarà tra i protagonisti del Concertone di Melpignano, in programma sabato 23 agosto e trasmesso in diretta su Rai3, Rai Radio2, RaiPlay e Rai Italia.
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Ad accompagnarlo, come nel 2007, ci sarà l’Orchestra Popolare La Notte della Taranta, quest’anno guidata dal maestro concertatore David Krakauer. Sangiorgi interpreterà due tra i brani più iconici del repertorio tradizionale: Lu rusciu de lu mare e Quannu te llai la facce. Ma il suo ritorno sarà anche occasione per presentare una novità assoluta: Lu Carcaluru, un brano inedito scritto in koinè salentina, che verrà trasmesso in anteprima su Rai poco prima dell’esibizione.
Il titolo fa riferimento a una creatura leggendaria della tradizione popolare del Sud Italia, un folletto notturno che opprime il sonno dei viventi. Una metafora poetica ed esistenziale che Sangiorgi utilizza per raccontare la scomparsa degli ulivi colpiti dalla Xylella, tragedia ambientale e culturale del Sud.

Il videoclip, diretto da Edoardo Winspeare, è un progetto corale realizzato con l’Orchestra del Teatro alla Scala e danzato dalla Étoile salentina Nicoletta Manni e dal primo ballerino Timofej Andrijashenko. Il loro passo a due rievoca il movimento armonioso e vitale degli ulivi sopravvissuti.
Il brano nasce in collaborazione con la Fondazione Sylva, come appello civile e culturale: “Meno alberi, meno ossigeno per tutti”. Un messaggio potente, affidato alla musica, alla danza e alla memoria di una terra martoriata ma viva.
Sangiorgi si unisce a un cast ricchissimo: tra gli ospiti già annunciati figurano Ermal Meta, TARA, Serena Brancale, il Canzoniere Grecanico Salentino – che celebra i 50 anni di attività – e artisti internazionali legati al maestro Krakauer come Kathleen Tagg, SarahMK e Yoshie Fruchter.
La Notte della Taranta 2025 si preannuncia, ancora una volta, come un intreccio di musica, memoria e rinascita.
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