Antonio Decaro rompe il silenzio: “Pronto a candidarmi in Puglia, ma non farò il presidente a metà”

Fino all’ultimo ha tentato di mantenere la consegna del silenzio. “Per me parla il Pd nazionale”, ribadiva solo ieri sera Antonio Decaro a Mola di Bari, durante la presentazione del suo libro. Perifrasi e parole di circostanza di fronte al pubblico che lo incalzava con domande sempre più esplicite, ma lui teneva a rispettare il patto del silenzio stretto con Igor Taruffi al termine dell’incontro di mediazione a Bari di martedì.

Letta però al mattino presto l’intervista a Repubblica di Michele Emiliano, che ribadisce la sua volontà di candidarsi come consigliere, ha informato chi di dovere e ha deciso di uscire allo scoperto. Con un post nel quale chiarisce quel che è andato sempre dicendo ai suoi da più di un mese: “Sono pronto a candidarmi, ma solo a patto che non ci siano Michele Emiliano e Nichi Vendola”.

Emiliano: mi candido senza se e senza ma, con Decaro avevamo fatto un accordo

Ora lo ha esplicitato con un post, neanche troppo lungo. “Sono rimasto in silenzio finora, per rispetto della nostra comunità. Ma oggi sento il dovere di parlare ai cittadini pugliesi, ai sindaci, ai militanti e agli amici che mi chiedono: ‘Antonio, che hai deciso?’. Io non devo decidere nulla. Io sono pronto a candidarmi alla presidenza della Regione Puglia”.

Emiliano e Vendola, no a Decaro: “Non facciamo passi indietro”

Con un’aggiunta: “Credo di avere l’esperienza necessaria e un grande amore per questa terra e la sua gente”. Qui arriva la precisazione chiave: “Ma non basta”. E il chiarimento: “Ho detto da subito che per candidarmi devo sapere di poter guidare la Regione davvero, con piena libertà, guardando avanti e non indietro. Con il coraggio e la responsabilità di scrivere una pagina nuova”.

Decaro è il vecchio o il nuovo Pd?

Ai due big della politica pugliese che oggi vede come ostacoli nel suo percorso, rivolge parole affettuose: “A Michele Emiliano e a Nichi Vendola mi legano stima e affetto sinceri, oltre che una storia comune di cui sono orgoglioso e che non rinnego”. Quello che vorrebbe che capissero, però è un punto a cui tiene molto: “Io voglio essere un presidente libero, capace di assumermi fino in fondo la responsabilità delle scelte. Non voglio essere ostaggio delle decisioni di chi mi ha preceduto. La Puglia non ha bisogno di una presidente a metà”.

E, sgombra il campo, “non è una questione personale. E’ una questione politica, nel segno del rinnovamento. Questo ho chiesto”. Non vuole far la parte del rompiscatole: “Non sono abituato a litigare, a protestare, a sgomitare per un posto al sole. Sono abituato a lavorare”. E si è attenuto al no comment, non per tattica politica. “Fino a oggi ho scelto la strada del silenzio e del rispetto, nei confronti dei partiti, e dei pugliesi. Che oggi, però, meritano parole chiare”. La sua disponibilità alla corsa, finora adombrata da mezze parole tipo “farò quello che mi chiedono i pugliesi”, ora invece c’è ed è chiara. Ma resta pur sempre condizionata: “So bene che nessuno è indispensabile a cominciare da me. Il lavoro in Europa che sto facendo è importante, prestigioso e impegnativo. Se non ci saranno le condizioni per tornare in Puglia, continuerò a lavorare lì, per la mia terra, sostenendo lealmente il candidato progressista alla guida della Regione. Perché nessuna ambizione personale può venire prima del bene più prezioso: il futuro dei pugliesi”.

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