E se ci potessimo vaccinare usando il filo interdentale?

L’idea di potersi vaccinare semplicemente usando il filo interdentale può sembrare astrusa, ma un gruppo di ricercatori che l’ha testata sui topi ha ottenuto risultati interessanti. Nello studio, pubblicato su Nature Biomedical Engineering, gli autori spiegano che l’’idea ha a che fare con le peculiari caratteristiche dell’epitelio giunzionale, il sottile strato di tessuto situato nella parte più profonda del solco gengivale e che garantisce l’adesione della gengiva al dente.

A differenza di altri tessuti epiteliali, come quello che riveste internamente lo stomaco o l’intestino, l’epitelio giunzionale è piuttosto permeabile. Dunque perché non sfruttarlo per somministrare i vaccini senza dover ricorrere all’utilizzo di aghi?

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Sfruttare le proprietà dell’epitelio giunzionale

Per determinare la fattibilità della tecnica, i ricercatori hanno confrontato la produzione di anticorpi in topi che hanno ricevuto un vaccino peptidico contro l’influenza attraverso tre diverse vie di somministrazione: tramite l’epitelio giunzionale con il filo interdentale, tramite l’epitelio del naso con uno spray nasale, oppure applicando il vaccino sul tessuto mucoso sub-linguale.

La risposta immunitaria generata è stata paragonabile nel primo e nel secondo caso, mentre il filo interdentale si è mostrato molto più efficace rispetto alla somministrazione sub-linguale. “Questo è estremamente promettente, perché la maggior parte delle formulazioni vaccinali non può essere somministrata attraverso l’epitelio nasale: le caratteristiche di barriera di quella superficie mucosa impediscono un assorbimento efficiente del vaccino”, spiega Harvinder Singh Gill, che ha coordinato lo studio ed è docente di nanomedicina presso la North Carolina State University (Stati Uniti).

Una risposta immunitaria diffusa

I ricercatori hanno poi verificato se il metodo di somministrazione che sfrutta il filo interdentale funzionasse anche per vaccini costituiti da proteine, virus inattivati o mRNA. In tutti e tre i casi, la tecnica ha prodotto una marcata produzione di anticorpi nei topi non solo a livello locale, ma anche nel sangue. Tra l’altro, dagli esperimenti è emerso che mangiare o bere subito dopo la somministrazione del vaccino non sembra compromettere la risposta immunitaria.

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Il test con il colorante

Infine, il team ha coinvolto 27 volontari sani a cui ha chiesto di utilizzare un “floss pick”, ossia un pezzo di filo interdentale dotato di un piccolo manico, su cui era stato depositato del colorante alimentare. “Abbiamo visto che circa il 60% del colorante è stato depositato nella tasca gengivale, il che suggerisce che i floss pick potrebbero essere un metodo pratico per somministrare il vaccino nella giunzione epiteliale”, commenta Rohan Ingrole, primo autore della ricerca. Gli scienziati sottolineano che saranno comunque necessarie ulteriori ricerche per verificare che il metodo risulti sicuro ed efficace anche negli esseri umani. “Siamo ottimisti riguardo a questo lavoro – conclude Gill – A seconda dei risultati, potremmo poi passare alla fase di sperimentazione clinica”.

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