Vuelta, manifestazioni pro Palestina: tappa annullata. La Israel: “Noi continuiamo”
Le manifestazioni spontanee in favore della Palestina e contro la partecipazione della Israel-Premier Tech continuano a impensierire gli organizzatori della Vuelta. Dopo la caduta di Simone Petilli nella tappa di martedì, provocata dall’irruzione di manifestanti a centro strada (il corridore italiano sarebbe però stato colpito da un manganello delle forze dell’ordine), anche al via della tappa odierna, la Bilbao-Bilbao (l’undicesima dela corsa spagnola) sono comparsi striscioni e bandiere dei gruppi Pro-Pal. La frazione è stata poi neutralizzata, impossibile arrivare sul traguardo per il gran numero di manifestanti: i tempi sono stati presi a 3 km dall’arrivo, la vittoria non è stata assegnata.
Simone Petilli from Intermarche Wanty crashed today because of the protestors. Thankfully he finished the stage. #LaVuelta25 pic.twitter.com/7esxToH8Zb— Lukáš Ronald Lukács (@lucasaganronald) September 2, 2025
Il meeting prima del via
Prima della partenza della tappa c’è stato un meeting tra il sindacato dei corridori (il Cpa), rappresentanti dei team e organizzatori. Alcuni team avrebbero persino chiesto l’esclusione dalla corsa per motivi di ordine pubblico dei corridori della Israel Premier-Tech (c’è un solo israeliano in corsa, Nadav Raisberg). Eventualità tuttavia esclusa dal Cpa, che ha però diramato un comunicato in mattinata in sostegno di Petilli e più in generale sulla situazione che si è creata in corsa a partire dalla tappa di Figueres, quando la Israel venne bloccata da alcuni manifestanti durante la cronosquadre. Questo il testo del Cpa: “L’associazione mondiale dei ciclisti professionisti esprime profonda inquietudine e ferma condanna per le azioni che stanno mettendo in pericolo i corridori durante la Vuelta a España: è inaccettabile che dei gruppi di persone, di qualsiasi tipologia e a prescindere dalla bontà delle loro motivazioni, si permettano di compromettere la sicurezza e l’integrità fisica degli atleti sulla strada. Il ciclismo è uno sport molto duro, che richiede sforzi ai limiti del sovrumano, e non possiamo accettare che a tali ingenti fatiche debbano aggiungersi queste minacce: non tollereremo più le azioni irresponsabili e pericolose di una minoranza che mette a repentaglio la vita di coloro che noi rappresentiamo. Chiediamo alle forze di sicurezza spagnole di fare tutto ciò che è in loro potere per assicurare uno svolgimento sicuro della corsa e proteggere i corridori: occorrono professionalità e reattività per mantenere la Vuelta una competizione sportiva e non farla diventare sede di inutili rischi. Il CPA chiama in causa tutte le parti coinvolte (organizzatori, squadre, autorità e pubblico) a dar prova di attenzione e collaborazione per evitare il ripetersi di certi atti. Tutti hanno il sacrosanto diritto di manifestare, ma ciò non deve andare a danneggiare degli atleti che stanno lavorando. Il nostro sport è una celebrazione di performance e resilienza, e tale deve rimanere, al riparo da ogni forma di ostacolo e violenza”. Kiko García, direttore tecnico della Vuelta a España 2025, ha anche invitato la Israel-Premier Tech a riflettere riguardo alla sua presenza in gara. Ma il team ha rispedito al mittente la richiesta: “Noi continuiamo fino a Madrid, si creerebbe un precedente pericoloso”. Anche l’Uci ha difeso la Israel e condannato le azioni di protesta.
A statement regarding the @lavuelta pic.twitter.com/ouDXncGf7h— Israel – Premier Tech (@IsraelPremTech) September 3, 2025
Tre arresti
La polizia basca ha identificato 5 persone, altre tre sono state arrestate e 4 agenti hanno dovuto ricorrere cure dei sanitari a seguito degli incidenti. A tracciare il bilancio è stato il consigliere per la Sicurezza del governo basco, Bingen Zupiria, in dichiarazioni ai cronisti. “Un gruppo di persone ha dispiegato uno striscione sul percorso, mettendo in rischio il plotone e, alla fine, al suo passaggio per la Gran Via di Bilbao, ci sono state persone che hanno mandato all’aria le transenne di protezione e hanno fatto irruzione in quello che doveva essere il tratto finale della tappa della Vuelta”, ha spiegato Zupiria. “Oggi non era in discussione il diritto all’espressione e alla libertà di protesta e neanche la solidarietà alla Palestina, un sentimento che la maggioranza della popolazione basca sente ed esprime, ma sempre che sia quadro delle norme di convivenza civica e della sicurezza. “Ma oggi abbiamo visto comportamenti incivili che mettono a rischio la convivenza e la sicurezza”, ha aggiunto. Bingen Zupiria ha “deplorato” le dichiarazioni di esponenti del partito della sinistra radicale indipendentista EH Bildu sulle reti sociali in cui “si sono vantati di aver interrotto La Vuelta”. “Intollerabile” e “una vergogna”, ha aggiunto.
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