Nel mondo oltre 1 miliardo di persone convive con un disturbo mentale

Più di 1 miliardo di persone in tutto il mondo, circa 1 su 8, convivono con un disturbo mentale, delle quali il 53,1% femmine e il 46,9% maschi. È questo il dato più rilevante che si evidenzia nell’ultimo rapporto dell’OMS del 2025 “World mental health today”. Tra il 2011 e il 2021, il numero di persone che convivono con disturbi mentali è aumentato dello 0.9%. Si stima che i giovani adulti di età compresa tra 20 e 29 anni abbiano registrato i maggiori incrementi (1,8%). Nel 2021, circa il 7% dei bambini piccoli (di età compresa tra 5 e 9 anni) e il 14% degli adolescenti (di età compresa tra 10 e 19 anni) del mondo vivevano con un disturbo mentale.

Ansia e depressione

Complessivamente, circa un terzo dei disturbi mentali presenti in età adulta si è sviluppato entro i 14 anni; la metà si manifesta entro i 18 anni e quasi due terzi entro i 25 anni. La prevalenza vede principalmente 350mln di disturbi d’ansia, 332 mln di disturbi depressivi, 85 mln ADHD, 62mln disturbi dello spettro autistico, 41 mln disturbi della condotta, 37 mln disturbi bipolari, 23 mln schizofrenia, 16 mln disturbi del comportamento alimentare.

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Schizofrenia e il disturbo bipolare

La schizofrenia e il disturbo bipolare sono molto meno diffusi di ansia e depressione, ma tendono ad avere un impatto molto più grave sulla vita delle persone e rimangono una preoccupazione primaria dei servizi di salute mentale in tutti i paesi.

La schizofrenia colpisce principalmente la popolazione in età lavorativa e nella sua forma acuta è considerata la più invalidante di tutte le condizioni di salute mentale. Le persone con schizofrenia muoiono in media nove anni prima della popolazione generale, spesso a causa di malattie non trasmissibili prevenibili, in particolare malattie cardiovascolari, malattie respiratorie e infezioni. Le persone con disturbo bipolare muoiono in media 13 anni prima.

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I farmaci

Gli effetti collaterali dei farmaci prescritti per gravi problemi di salute mentale possono avere un ruolo nella mortalità prematura, contribuendo, ad esempio, all’obesità, all’intolleranza al glucosio e alla dislipidemia. Inoltre, le persone con problemi di salute mentale hanno maggiori probabilità di presentare noti fattori di rischio per malattie non trasmissibili come fumo, consumo di alcol, una dieta non sana e inattività fisica. Sia in ambito sanitario generale che specialistico, i segni e i sintomi di una malattia fisica vengono spesso attribuiti erroneamente a una concomitante condizione di salute mentale, in quello che è noto come oscuramento diagnostico. Ciò ha portato a un sistematico sotto-riconoscimento e a un sotto-trattamento delle patologie cardiovascolari tra le persone affette da schizofrenia e disturbo bipolare.

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Le conseguenze economiche

Le conseguenze economiche dei problemi di salute mentale sono rilevanti. Le perdite di produttività e altri costi indiretti per la società superano di gran lunga i costi dell’assistenza sanitaria. Dal punto di vista finanziario, la schizofrenia è il disturbo mentale più costoso per persona per la società. I disturbi depressivi e d’ansia sono meno costosi per persona; ma poiché sono molto più diffusi, contribuiscono collettivamente in modo significativo ai costi nazionali complessivi. L’onere economico delle condizioni di salute mentale è stimato tra lo 0,5% e l’1,0% del prodotto interno lordo, che in Italia si traduce tra i 10 e i 20 mld di euro.

Sebbene alcuni paesi ad alto reddito dedichino fino al 10% o più dei rispettivi bilanci sanitari alla salute mentale, l’OMS rileva una media globale del 2%. In Italia negli ultimi venti anni è rimasta sostanzialmente ferma al 3% a fronte del 5% già indicato nel 2001 come impegno dei Presidenti delle Regioni.

Lacune nei sistemi di salute mentale

L’Oms rileva che i sistemi di salute mentale in tutto il mondo continuano a essere caratterizzati da gravi lacune in termini di informazione, governance, risorse e servizi. Più della metà dei Paesi intervistati ha dichiarato di aver aggiornato i propri piani per la salute mentale negli ultimi quattro anni. In Italia, dopo il Piano di Azioni per la Salute Mentale del 2013, è in corso di approvazione il nuovo Piano 2025 2030, per il quale il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha chiesto specifici finanziamenti.

D’altro canto solo l’8,7% dei paesi che hanno risposto al sondaggio Mental Health Atlas 2024 ha dichiarato di aver completato la transizione dagli ospedali psichiatrici all’assistenza basata sulla comunità. Un percorso per il quale l’Italia con l’opera di Franco Basaglia e con la legge 180 è stata protagonista ed esempio per il tutto il mondo, nonostante le criticità attuative. In conclusione dal Rapporto Oms emerge con chiarezza che la salute mentale è una emergenza, in particolare per i giovani, per la quale a fronte di risposte carenti c’è la necessità di investire in termini di progettualità, cultura e risorse, con la consapevolezza che si tratta di una tema complesso di natura non solo biologica, ma soprattutto psicologica, sociale ed ambientale.

Massimo Cozza, Direttore Dipartimento di Salute Mentale Asl Roma 2

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