Infarto e non solo: perché funzionano gli screening in farmacia o allo stadio

Avete presente i pop-up? Compaiono di colpo sullo schermo dello smartphone per ricordarci qualcosa che dobbiamo fare o a sollecitare un’azione. Anche in sanità lo screening cardiovascolare “pop-up”, vale a dire realizzato in modo del tutto imprevisto e non programmato, potrebbe diventare una strategia per sfidare con successo le malattie cardiovascolari, come infarto ed ictus. Perché, grazie ad iniziative di sensibilizzazione e test come quelle che si praticano in farmacia o in piazza (per citare alcuni esempi), si potrebbero identificare persone “insospettabili” e difficili da raggiungere. Con un impatto sulle opportunità di definire percorsi di prevenzione mirati e, quindi, far calare il rischio cardiovascolare.

A segnalarlo è una nota dell’American College of Cardiology, che riprende uno studio pubblicato sul Journal of American College of Cardiology presentato contemporaneamente al Congresso della Cardiac Society of Australia and New Zealand. Secondo la ricerca, i test eseguiti quasi per caso per scovare chi è a rischio di malattia cardiovascolare aterosclerotica (e, quindi, infarto, ictus e non solo) effettuati presso le farmacie comunali e durante grandi eventi sportivi possono identificare le persone con fattori di rischio cardiovascolare non controllati.

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Troppe persone fuori controllo

Lo studio ha previsto un’iniziativa di screening per il rischio cardiovascolare in farmacia e nel corso di una partita internazionale di cricket allo scopo di valutare il numero di persone con fattori di rischio cardiovascolare non controllati. Sono stati, perciò, installati presidi sanitari in 311 farmacie comunali in tutta l’Australia: lo screening effettuato prima delle 17 era considerato diurno, mentre quello successivo serale. Le postazioni sanitarie erano disponibili anche per nove ore al giorno durante una partita internazionale di cricket, per quattro giorni.

Oltre 76 mila persone sono state sottoposte a screening durante il periodo di studio di sette settimane, con l’89,8% di screening presso le farmacie locali e il 10,2% durante la partita di cricket. La maggior parte dei partecipanti aveva un’età compresa tra 25 e 34 anni ed era di sesso maschile. Complessivamente, più di due partecipanti su tre (68.9%) ha mostrato almeno un fattore di rischio non controllato, come ipertensione, sovrappeso o obesità, fumo. In particolare, per l’ipertensione, oltre un terzo (37,2%) dei partecipanti aveva valori già indicativi di condizione patologica.

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Dove e quando conviene agire

Sul fronte sociale, lo studio mette in mostra che appaiono meno controllati i soggetti che si recano agli eventi sportivi piuttosto che quelli che varcano la soglia della farmacia. E che i maschi di mezza età sono a maggiore rischio di sottovalutazione dei pericoli per cuore ed arterie potenzialmente prevenibili, ovviamente se noti. In particolare i soggetti sottoposti a screening durante la partita di cricket presentavano tassi più elevati di pressione Indice di Massa Corporea o BMI. Non solo: circa la metà dei soggetti con valori pressori elevati non si era sottoposta a un controllo pressorio nell’ultimo anno e oltre l’80% non assumeva farmaci antipertensivi.

In farmacia il 24,3% è stato sottoposto a screening: qui la maggior parte aveva più di 45 anni e presentava tassi più elevati di diabete auto-riferito. La maggior parte degli screening si è svolta nei giorni feriali e di sera. “Lo screening pop-up può essere inserito in modo creativo in programmi ed eventi basati sulla comunità frequentati da specifiche popolazioni a rischio”, commenta nella nota Stephen Nicholls, autore senior dello studio e direttore del Victorian Heart Institute, Monash University di Clayton, Victoria. In particolare, gli screening preventivi regolari possono identificare fattori di rischio modificabili. Ma purtroppo sono difficili da implementare su larga scala.

“I controlli della salute cardiaca nella comunità possono identificare i fattori di rischio per future malattie cardiache, che possono essere gestiti con cambiamenti nello stile di vita o farmaci preventivi precoci e salvare vite umane in futuro – segnala l’esperto -. Abbiamo visto che lo screening in diversi luoghi della comunità non solo aiuta a identificare il rischio”. Non solo: lo studio mostra come alcune tipologie di rischio risultino maggiormente diffusi a seconda del luogo, del giorno e dell’orario dello screening.

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