Baker Hughes investe 300 milioni in Italia, più componenti per soddisfare la fame d’energia

MILANO – La crescente fame mondiale di energia e la ritrovata attenzione per il mercato del gas, soprattutto quello in forma liquida, hanno spinto Baker Hughes a pianificare 300 milioni di euro di investimenti per i propri stabilimenti in Italia, da distribuire nei prossimi cinque anni. L’azienda tecnologica prevede anche di creare circa 300 nuovi posti di lavoro altamente specializzati, ingegneri come diplomati delle scuole tecniche, da inserire nei team di produzione e di ricerca e sviluppo dei propri stabilimenti nella penisola.

In Toscana, verso l’energia del futuro

Più turbine e compressori, ma anche ricerca e sviluppo

L’obiettivo è rafforzare l’infrastruttura produttiva esistente dell’azienda ed espanderne la sua capacità manifatturiera per supportare i propri clienti a livello globale. Parte dei fondi sarà riservata anche allo sviluppo di tecnologie fondamentali per la transizione energetica: si tratta di turbine, compressori e pompe per varie applicazioni, compresi data center, responsabili di buona parte della nuova domanda di energia, ma anche gas naturale liquefatto, geotermia, cattura e stoccaggio della CO2 e idrogeno.

La necessità dei data center e del mondo del Gnl

“È il nuovo contesto mondiale che ci chiede di investire e noi rispondiamo lavorando sulle nostre tecnologie, in particolare quelle delle turbine a gas dove stiamo ricevendo ordini importanti”, racconta Alessandro Bresciani, senior vice president Energy Equipment di Baker Hughes. Alcuni di questi ordini provengono direttamente dalle società che, nell’arco dei prossimi due anni, metteranno in funzione data center negli Stati Uniti e in misura minore in Medio Oriente e in Italia.

Un’altra parte rilevante dei fondi sarà dedicata ai compressori, utilizzati nei treni di liquefazione del gas naturale. “C’è un effetto sul portafoglio ordini di Baker Hughes legato alla maggior produzione di Gnl da parte degli Stati Uniti”, fortemente voluta dal presidente Trump, “e ai carichi che stanno arrivando in Europa”, prosegue Bresciani.

Investimenti in quattro regioni

La macchina è già in movimento. Parte degli investimenti e delle assunzioni sono già stati avviati e nel complesso interesseranno i siti di quattro regioni. Per gli impianti produttivi toscani di Firenze, Massa e Avenza, il focus sarà sull’aumento della capacità produttiva delle turbine NovaLT, sull’acquisto di nuovi macchinari e nuovi banchi prova dove testare le macchine e sull’integrazione di robotica e intelligenza artificiale ai processi produttivi. Non mancherà un’attenzione anche all’attività di ricerca per lo sviluppo tecnologico delle turbine stesse e dei compressori.

A Bari e Talamona, Baker Hughes si concentrerà su aumentare le linee produttive, l’efficienza e la sostenibilità delle attività industriali, nonché supportare specifiche attività di ricerca e sviluppo. I fondi destinati al centro lombardo, invece, mirano alla diversificazione delle attività.

Nello stabilimento di Vibo Valentia, in Calabria, punto di riferimento per la produzione di componenti chiave per il settore energetico, proseguiranno gli investimenti già avviati per incrementare la capacità produttiva, l’efficientamento energetico e la creazione di un centro di ricerca e sviluppo in ambito tecnologico e digitale.

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