Le Maschere del Teatro italiano 2025, trionfa “Sarabanda” di Roberto Andò

Una serata che ha celebrato la vitalità e la raffinatezza del teatro italiano. Sul palco del Teatro Argentina, nel cuore di Roma, le Maschere del Teatro Italiano 2025 hanno illuminato una stagione di spettacoli che, tra nuove scritture e grandi classici, ha restituito al pubblico l’energia della scena.

A dominare questa ventiduesima edizione è stata Sarabanda, che ha incassato cinque premi e confermato il talento poliedrico di Roberto Andò, insignito della Migliore regia. Lo spettacolo – frutto della collaborazione tra il Teatro di Napoli, il Nazionale di Genova e il Biondo di Palermo – ha conquistato anche il riconoscimento per il Migliore attore non protagonista (Elia Schilton) e quelli per musiche, scene e luci, grazie al lavoro di Pasquale Scialò e Gianni Carluccio.

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Il titolo di Miglior spettacolo di prosa è andato invece al maestoso Re Lear diretto da Gabriele Lavia, una coproduzione che ha unito Teatro di Roma, Effimera e LAC Lugano.

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A brillare tra gli interpreti, Lino Guanciale, che ha conquistato la giuria con la sua intensa prova in Ho paura torero, vincendo il premio come Miglior attore protagonista. Lo stesso spettacolo ha regalato a Sara Putignano il riconoscimento come Migliore attrice non protagonista e a Gianluca Sbicca quello per i costumi.

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Tra le attrici, il palcoscenico ha applaudito Giuliana De Sio, premiata come Migliore attrice protagonista per Cose che so essere vere, dramma teatrale di Andrew Bovell, autore australiano, portato in Italia per la prima volta da Valerio Binasco, mentre Fabrizio Gifuni ha confermato la sua forza interpretativa vincendo come Migliore interprete di monologo con I fantasmi della nostra storia.

Il premio per il talento emergente è andato a Mersila Sokoli, in scena con Guerra e pace firmato da Luca De Fusco, direttore del Teatro di Roma, e quello per la novità italiana a Kepler-452 (Enrico Baraldi e Nicola Borghesi) con A place of safety.

A rendere speciale la cerimonia, condotta con brio da Teresa Saponangelo e dal giovane Antonio Bannò, anche i riconoscimenti fuori concorso. Per la consegna dei premi, si sono uniti a Saponangelo due talenti emergenti del Corso di perfezionamento del Teatro di Roma, Federica Quartana e Federico Gariglio.

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Il Premio alla carriera ha emozionato Tullio Solenghi, per una volta protagonista e non conduttore della serata.

Mario Martone ha ricevuto il Premio Speciale Italo Gemini per l’80° anniversario dell’Agis, mentre il Premio Internazionale Maurizio Scaparro è andato al regista argentino Claudio Tolcachir. Infine, il Premio Graziella Lonardi Buontempo ha incoronato Alessandra Necci, direttrice delle Gallerie Estensi e autrice di apprezzati saggi storici.

Non solo premi: a impreziosire la serata, trasmessa in seconda serata su Rai Uno, il momento musicale di Claudia Gerini, che ha incantato il pubblico interpretando La nevicata del ’56 di Franco Califano, accompagnata dal pianista Mario Donatone.

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La serata non è mancata di presenze istituzionali, con esponenti della politica e della cultura chiamati a consegnare alcuni dei riconoscimenti. Sul palco sono saliti, tra gli altri, l’assessore alla Cultura di Roma Capitale Massimiliano Smeriglio e l’assessore alla Cultura della Regione Lazio Simona Baldassarre. Il direttore artistico del Teatro di Roma Luca De Fusco, che ha ideato il premio insieme a Maurizio Giammusso, ha ricordato l’impegno del teatro nella promozione della scena nazionale, mentre il presidente Francesco Siciliano ha rimarcato il ruolo del premio come punto di riferimento per il settore.

I vincitori hanno ricevuto un’opera d’arte simbolica: una maschera in acciaio adagiata su una pietra lavica dell’Etna, firmata dall’artigiano del metallo Paolo Gambardella. Un segno concreto di come il teatro continui a fondere tradizione e invenzione, in una serata che, ancora una volta, ha fatto del palcoscenico il luogo dove l’Italia racconta se stessa con passione e talento.

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