Eurovision, anche la Spagna minaccia di boicottare il festival se ci sarà Israele
La Spagna potrebbe non partecipare alla prossima edizione dell’Eurovision in programma a Vienna nel maggio del 2026.
“Come hanno già fatto Irlanda, Slovenia, Islanda e anche i Paesi Bassi, se non riusciamo a espellere Israele, la Spagna non deve partecipare” alla prossima edizione del festival. A ipotizzarlo è stato il ministro spagnolo della Cultura e portavoce del gruppo di sinistra Sumar, Ernets Urtasun, in un’intervista alla radio nazionale pubblica Rne.
Urtasun parlando delle manifestazioni pro Palestinaavvenute domenica a Madrid, riuscite a far cancellare l’ultima tappa della Vuelta de Espana di ciclismo ha spiegato: “Hanno ottenuto l’obiettivo e lanciato un messaggio chiaro al mondo: non tolleriamo che gli eventi sportivi e culturali possano normalizzare un genocidio”, ha detto l’esponente di Sumar, alleato del Psoe nel governo di coalizione presieduto da Pedro Sanchez.
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Per il ministro della Cultura, “la Spagna è il Paese che più pressione diplomatica sta esercitando su Israele” e Sumar “è riuscito a muovere in maniera considerevole la posizione del governo negli ultimi mesi”, rispetto alle sanzioni imposte da Madrid a Israele.
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Quanto alle critiche del Partido Popular, secondo Urtasun “dimostrano una mancanza assoluta di credibilità in materia di politica estera, non si è mai lamentato quando si è deciso di escludere la federazione russa” dal festival Eurovision e dalle competizioni sportive internazionali.
Urtasun ha espresso “preoccupazione” per la partecipazione di Israele alla prossima edizione della kermesse musicale e ha annunciato la possibile defezione della Spagna “se non riusciamo a escludere Israele”.
Lo scorso maggio, durante il festival, l’emittente televisiva spagnola RTV aveva preso posizione contro l’inclusione di Israele all’Eurovision Song Contest trasmettendo messaggi pro-Palestina nonostante l’ammonimento dell’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) che aveva minacciato “multe punitive”.
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