Emmy, il trionfo di “The Studio, “The Pitt” e “Adolescence”. Record per il quindicenne Owen Cooper

È la notte più importante per la televisione americana. In diretta dal Peacock Theater di Los Angeles la cerimonia di premiazione degli Emmy condotta dal comico Nate Bargatze ha celebrato le migliori serie tv dell’anno. Uno show snello con un paio di momenti emozionanti e qualche frecciatina politica. Soltanto l’attrice di Hacks Hannah Einbinder e Javier Bardem hanno ricordato Gaza.

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Una serata intensa che ha visto tre serie trionfatrici: la commedia The studio di Seth Rogen che ha vinto 13 statuette stabilendo un record per la categoria; la serie britannica Adolescence ma soprattutto The pitt, il medical drama che a trent’anni da E.R., ha sbaragliato la favorita Scissione.

“The Studio”, dietro le quinte di Hollywood: la serie sul cinema con Scorsese nel ruolo di se stesso

La cerimonia è iniziata dopo un tappeto rosso affollatissimo, in cui hanno spiccato Cate Blanchett, Jude Law, Matty Matheson e Ebon Moss Bachrach dalla serie The bear, Sydney Sweeney, Harrison Ford –candidato per la prima volta a 83 anni per Shrinking – e anche Javier Bardem che ha sfilato con la kefiah palestinese. L’attore spagnolo è tra gli oltre 4000 cineasti che ha firmato la lettera di impegno a non lavorare con aziende e istituzioni “complici del genocidio a Gaza”. Anche l’attrice di Hacks Megan Stalter portava un messaggio sulla borsa: “Cessate il fuoco”. Anche Ruth Negga, Chris Perfetti e Aimee Lou Wood portavano le spillette per il “cessate il fuoco”.

Seth Rogen da record: 13 Emmy per la commedia su Hollywood

La commedia che celebra e ridicolizza Hollywood ha vinto come miglior serie comica facendo la storia con un record di statuette. Il creatore Seth Rogen ha vinto l’Emmy come attore, il premio come sceneggiatore e anche come regista, condiviso con l’amico e collega Evan Goldberg. “Wow grazie, davvero non mi rendo conto di quello che sta succedendo. Non ho mai vinto nulla nella vita, da bambino ho comprato un trofeo usato in una fiera e tutti convenivano: ‘fai bene a comprarlo usato’” ha detto con il riconoscimento in mano.

Sorpresa “The Pitt”, il medical drama figlio di “E.R.”

La vera sorpresa della serata è stata la vittoria, come miglior serie drammatica, del medical drama The Pitt (dal 24 settembre su Sky e Now). Che racconta il lavoro dentro il reparto di emergenza di un ospedale di Pittsburgh. Noah Wyle, dopo cinque nomination per E.R. (era il dottor Carter della serie anni Novanta) ha vinto l’Emmy come miglior attore drammatico per questo nuovo ruolo in camicie. “Che sogno essere qui grazie a tutte le persone che mi hanno permesso di provarci per una seconda volta. Lo dedico a mia moglie e alle persone che sono in turno in ospedale questa sera”. Alla serie medica The Pitt anche l’Emmy per la miglior attrice non protagonista in una serie drammatica vinta da Katherine LaNasa. Nel complesso lo show ha vinto cinque statuette. Il produttore, R. Scott Gemmill, già dietro al successo di ER – Medici in prima linea e Ncis: Los Angeles, ha dedicato il premio ai medici e agli infermieri.

“Scissione” da favorita a sconfitta, 8 premi su 27 candidature

Tramell Tillman ha vinto l’Emmy per il miglior attore non protagonista per Scissione, la serie che ha ottenuto più candidature. Sul palco ha detto: “Ricordiamo quello che vogliamo ricordare, troviamo spazio per ciò che conta nella vita e in nome di Dio non imbarazzatemi in pubblico. Lo diceva il mio maestro di recitazione e lo dicono tutte le nostre mamme”. La dedica del premio va alla mamma in sala. E come direbbe lei “Grazie Dio”.

L’Emmy per la miglior attrice drammatica è stato consegnato a Britt Lower, protagonista di Scissione. La serie che partiva come favorita con un numero esorbitante di candidature, 27, è tornata a casa con 8 riconoscimenti. Sempre meglio di The White lotus, uscito senza premi da questa cerimonia.

Premiate le attrici di “The Hacks”, la serie sulla stand up comedy

Il premio come miglior attrice protagonista in una serie commedia è andato a Jean Smart, settimo Emmy per l’attrice che è la comica Deborah Vance in Hacks. “Cammino come John Wayne perché mi sono rotta un ginocchio questa estate – ha detto l’attrice – Ringrazio il pubblico e i miei compagni di cast e i miei figli che sono i miei fan numero 1”.

L’Emmy per l’attrice non protagonista in una serie comica è stato consegnato a Hannah Einbinder alla quarta nomination per questo ruolo. Nella serie interpreta la giovane autrice con cui la veterana Deborah si trova costretta a collaborare. “Ho continuato a perdere tante volte per cui sono un po’ confusa – ha detto emozionata e sorpresa sul palco – Comunque vincere non è male per niente. Grazie ai creatori di questa serie che mi hanno cambiato la vita e a Jean Smart a cui voglio dedicare tutto il mio affetto”. E lasciando il palco ha lanciato un messaggio ai Philadelphia Eagles: “Forza Birds, fanculo l’ICE (la polizia federale dell’immigrazione ndr) e Free Palestine” nel primo e praticamente unico momento a sostegno di Gaza della serata.

Emmy. La lezione di Owen Cooper, star di Adolescence: “Se ti concentri tutto è possibile nella vita”

Otto premi a “Adolescence”, record per il quindicenne Owen Cooper

La miglior miniserie è Adolescence. La serie, che ha fatto il record di visualizzazioni su Netflix e ha generato un dibattito arrivato persino in Parlamento in Inghilterra, affronta il tema della violenza e del disagio degli adolescenti attraverso una storia drammatica ispirata a un fatto di cronaca, l’uccisione di una ragazzina da parte di un coetaneo e ha trionfato con otto premi. “Questo è il frutto di una collaborazione, dal primo all’ultimo ci siamo trattati con rispetto e amore. Che fossi un executive producer e quello che ci portava i bagels ci siamo sentiti tutti parti di qualcosa. Dite ai vostri familiari che li amate”.

Tra i momenti più intensi la premiazione del giovane protagonista di Adolescence come miglior attore non protagonista in una serie drammatica a Owen Cooper. Quindici anni, emozionatissimo e felice: “Essere qui è assolutamente surreale. Quando ho iniziato a fare teatro qualche anno fa non avrei mai neppure immaginato di essere negli Stati Uniti – ha detto – Se ascolti i tuoi sogni puoi realizzare qualsiasi cosa, io ero niente qualche anno fa. Uscite dalla vostra comfort zone non importa se provate imbarazzo. Magari ci sarà il mio nome qui ma il premio appartiene a tutti quelli dietro la macchina da presa” ha concluso mentre tutti i colleghi in sala erano in piedi ad applaudirlo. È l’attore maschio più giovane mai premiato dalla Television Academy.

Anche il premio della sceneggiatura per una miniserie è stato vinto da Adolescence e dagli autori Jack Thorne e Stephen Graham. “Siamo grati di aver fatto questa serie e ringraziamo tutti dal profondo del cuore” ha detto Graham. “Siete la fiamma che ci ha acceso e la dimostrazione che i giovani ce la faranno” ha aggiunto Thorne rivolgendosi ai giovani attori della serie. L’Emmy per l’attrice non protagonista in una miniserie è andato a Erin Doherty, l’attrice che interpreta la psicologa in Adolescence. “Abbiamo fatto un gran lavoro di squadra e grazie a Jack e a Stephen anche se oggi mi ha detto che sembro uno di quegli affari per scaldare le teiere”. L’Emmy per il miglior attore in una miniserie è stato vinto ancora da Stephen Graham. L’attore britannico, che ha anche firmato la sceneggiatura, ha detto: “Vengo da una cittadina popolare di etnia mista, esser qui di fronte a voi è un riconoscimento incredibile. Penso a mio papà che mi portava in videoteca, a mia moglie che è la mia anima gemella e ai miei figli”. Anche l’Emmy per la regia di una miniserie è stato vinto da Philip Barantini per Adolescence.

La rivincita di Stephen Colbert: “America ce la farai”

Stephen Colbert ha vinto l’Emmy per il suo show, The Late Show With Stephen Colbert cancellato dall’emittente per la prossima stagione, e porta tutta la sua squadra sul palco in quella che sembra veramente una rivincita. “Grazie per questo premio e ringrazio la CBS per aver avuto l’onore di far parte della proposta serale che spero proseguirà oltre il nostro programma – ha detto – Dieci anni fa Spike Jonze mi chiese cosa volevo fare e io ho risposto uno show comico in seconda serata qualcosa che parli d’amore e di perdita. Anni dopo posso dire America anche se cercano di buttarti giù ce la farai, non potrei amare di più questo paese. Il comico a inizio show aveva detto: “Visto che siete tutti qui c’è qualcuno che offre un contratto? Ho 200 candidati che saranno liberi a giugno. Ho anche qui il mio cv. Harrison Ford non è che lo puoi passare a Spielberg?”. Il comico di CBS è infatti stato licenziato insieme al suo staff alla fine di questa stagione ufficialmente per ragioni economiche, ma più realisticamente come risultato di una serie di battute che hanno preso di mira il presidente Trump e il rapporto con il proprio canale. In una edizione che prometteva di tenere la politica fuori dal palcoscenico, la standing ovation commossa dei colleghi è stata significativa.

Lorne Michaels premiato per i 50 anni del SNL

L’Emmy per il Variety special è andato al SNL 50th The Anniversary Special che celebrava il cinquantenario dello show comico tra i più celebri al mondo: il Saturday Night Live. Lorne Michaels ha ritirato il premio a nome di tutto il team: “Ho vinto questo premio la prima volta 50 anni fa, ero giovane e pieno di sogni e uno di questo era fare lo stesso programma per tutto questo tempo. Ce l’abbiamo fatta” ha detto l’autore.

Cristin Milioti ha vinto l’Emmy come attrice in una miniserie per The Penguin accompagnata sul palco dall’amico Colin Farrell. Ha tirato fuori un biglietto: “Ho scritto qualcosa sul retro degli appunti dal mio terapista – non fateci caso – Grazie per i momenti di luce in questo momento in cui è difficile trovare un senso”. Milioti interpreta Sofia Falcone, la figlia del boss mafioso Carmine Falcone.

L’Emmy per il miglior attore non protagonista a Jeff Hiller per Somebody Somewhere che ha detto: “Per gli ultimi 25 anni ho sognato di essere un attore, grazie alla HBO per aver creato una serie su un uomo di mezz’età che parla delle connessioni in questo momento in cui i legami vengono considerati una debolezza”.

L’Emmy per la regia di una serie drammatica è andato a Adam Randall per Slow Horses, la serie con protagonista Gary Oldman ambientato nel mondo dello spionaggio inglese visto però dal particolare punto di visto di una divisione di “brocchi”. L’Emmy per la miglior sceneggiatura drammatica è andata a Dan Gilroy per Andor.

Il duro attacco contro la chiusura dell’emittenza pubblica voluta da Trump

In una cerimonia snella e sobria con pochi, ma significativi, momenti politici c’è stato un duro intervento del presidente della Television Academy, Cris Abrego contro la chiusura della CPB, Corporation for Public Broadcasting (società che gestisce l’emittenza pubblica). La CPB chiude perché l’amministrazione Trump ne ha tagliato i finanziamenti per la prima volta in 50 anni escludono dai finanziamenti l’ente stesso. “Non possiamo essere neutrali – ha detto Abrego – dobbiamo usare la nostra voce per connettere perché sappiamo che la cultura viene dal basso e se la nostra industria vuole crescere bisogna far spazio a più voci. Siamo 30.000, la cultura è un bene pubblico non una piattaforma per i privilegiati”.

Tutti i premi assegnati questa notte

Miglior serie drammatica: The Pitt

Miglior serie comica: The Studio

Miglior miniserie o serie antologica: Adolescence

Miglior reality competition: The Traitors

Miglior talk show: The Late Show With Stephen Colbert

Miglior variety series (scripted): Last Week Tonight With John Oliver

Miglior speciale varietà (live): SNL50: The Anniversary Special

Miglior attore in una serie drammatica: Noah Wyle per The Pitt

Miglior attrice in una serie drammatica: Britt Lower per Scissione

Miglior attore non protagonista in una serie drammatica: Tramell Tillman per Scissione

Miglior attrice non protagonista in una serie drammatica: Katherine LaNasa per The Pitt

Miglior attore in una miniserie o film tv: Stephen Graham per Adolescence

Miglior attrice in una miniserie o film tv: Cristin Milioti per The Penguin

Miglior attore non protagonista in una miniserie o film tv: Owen Cooper per Adolescence

Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film tv: Erin Doherty per Adolescence

Miglior attore in una serie comica: Seth Rogen per The Studio

Miglior attrice in una serie comica: Jean Smart per Hacks

Miglior attore non protagonista in una serie comica: Jeff Hiller per Somebody Somewhere

Miglior attrice non protagonista in una serie comica: Hannah Einbinder per Hacks

Miglior sceneggiatura drammatica: Dan Gilroy per Andor

Miglior sceneggiatura comedy: Seth Rogen, Evan Goldberg, Peter Huyck, Alex Gregory, Frida Perez per The Studio

Miglior sceneggiatura miniserie: Jack Thorne, Stephen Graham per Adolescence

Miglior sceneggiatura varietà: Last Week Tonight With John Oliver

Miglior regia serie drammatica: Adam Randall per Slow Horses

Miglior regia comedy: Seth Rogen per The Studio

Miglior regia miniserie: Philip Barantini per Adolescence

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