Ilaria Salis: “Sono felice, non era scontato. Il sì all’immunità mi protegge dal regime di Orbán”

Una faccina felice, quasi imbarazzata, sorridente postata su X. La stessa espressione di Ilaria Salis a Bruxelles quando le arriva la notizia che la commissione Juri ha bocciato la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare. «Sono felice, non era scontato, è un segnale importante e positivo. Ora guardo con grande fiducia al voto in plenaria», dice, esultando.

Completo nero, maglia a lupetto bianca, sorride, accanto a un mazzo di fiori.

L’esplosione di gioia nel suo ufficio, assieme ai suoi collaboratori, quando da dentro l’aula arriva la notizia: «È andata bene». Una notizia attesa quanto insperata perché alla vigilia del voto i numeri non sorridevano a Salis. Poi la telefonata al padre Roberto, che per lunghi mesi, quando l’eurodeputata era ancora in carcere, ha portato avanti la sua battaglia per una detenzione più umana e il ritorno in Italia.

pic.twitter.com/BNHJd28OqE— Ilaria Salis (@SalisIlaria) September 23, 2025

«Oggi la Commissione Juri ha deciso di difendere la mia immunità e l’indipendenza del Parlamento, e di respingere la richiesta di revoca avanzata dal regime ungherese. È un segnale importante e positivo», spiega poi Salis, mettendo da parte le emozioni ed entrando nel merito della decisione.

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Guardando al 7 ottobre, quando la plenaria dovrà esprimersi aggiunge: «Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta nella plenaria di ottobre, affermando la centralità dello stato di diritto e delle garanzie democratiche. Ribadisco: difendere la mia immunità non significa sottrarmi alla giustizia, ma proteggermi dalla persecuzione politica del regime di Orbán. È per questo che la sua tutela è essenziale. Le autorità italiane – conclude – restano libere di aprire un procedimento a mio carico, come io stessa auspico e chiedo con forza».

Domani terrà una conferenza stampa con il co-presidente The Left, Martin Schirdewan, e l’ex giudice della Corte penale internazionale, Cuno Tarfusser. Oggi ha scelto di continuare a fare il suo lavoro, in commissione Libe, che si occupa di diritti e libertà civili. Ad abbracciarla c’era Leoluca Orlando.

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