Nesto (Cavallino-Treporti): “Più potere ai sindaci per gestire il flusso turistico e l’ambiente”
A “fisarmonica”, sono state battezzate così le località italiane costiere, ma anche lacustri, campionesse negli ultimi anni di flessibilità, in grado di passare dal numero di residenti usuali (sempre meno di 65.000) al circa milione di presenze turistiche durante la bella stagione.
Un termine colorito, che ricorda le diete schizofreniche di chi non sa darsi una disciplina ma anche il talento di alcuni divi di Hollywood capaci di mutare fisicamente per esigenze di copione fino a rendersi irriconoscibili. Un concetto che non a caso evoca anche allenamento, bravura, regole. E leggi, che ancora non ci sono. Per questo le maggiori località balneari italiane, le più visitate, che si sono definite Comunità marine, si sono mosse per il riconoscimento del loro status: sono intanto venti, quelle che aderiscono al network G20 Spiagge e di cui è coordinatrice Roberta Nesto, avvocato e sindaco di Cavallino-Treporti e presidente della Conferenza dei Sindaci del litorale veneto. L’abbiamo intervistata.
Sono appena arrivati i dati dell’ultima stagione estiva di Cavallino-Treporti, non ancora conclusa, che confermano il successo della formula del turismo open air. Quali sono le soddisfazioni e le criticità più grandi?

“Prima di tutto bisogna sottolineare che Cavallino-Treporti ha caratteristiche uniche: una naturalità fatta di dune e spiagge libere, di tutela del verde e del ‘vuoto’, di poco costruito nel paesaggio, e allo stesso tempo abbiamo l’agricoltura, con orti a km zero, e la laguna col mondo della pesca legato a essa. In questo panorama ha trovato ambientazione una forma di accoglienza open air, che è fatta di campeggi e villaggi di qualità, con servizi a 5 stelle. Siamo diventati, e ci confermiamo, così la quinta località turistica in Italia dopo le città d’arte e la prima balneare. Allo stesso tempo continuiamo a essere in inverno un comune da 13.500 abitanti, di dimensioni medie. Perciò abbiamo bisogno di dar risposta ai nostri residenti, che sono i primi attori e che non devono subire il turismo. La confusione estiva e la pochezza delle proposte in inverno sono tipiche dei luoghi dove c’è una stagionalità, ma cerchiamo di fare in modo che il turismo sia una risorsa per tutti. Per questo chiediamo il riconoscimento di status di Comunità marine, per avere gli strumenti per programmare i flussi e gestirli, e non essere gestiti noi da loro. Ma l’iter burocratico è ancora in corso”.
Cavallino-Treporti fa parte del sito Venezia e la sua Laguna, Patrimonio Ambientale Unesco dal 1987, come si riesce a perseguire la sostenibilità con tali numeri di visitatori?
“La nostra viene direttamente dal basso, le strutture ricettive immerse nel verde hanno da subito sposato la sostenibilità ambientale. Abbiamo la percentuale più alta di raccolta differenziata nella provincia di Venezia, mentre il depuratore è stato pensato, e costruito, per sostenere i numeri estivi e non per quelli invernali”.
Ci sono altri aspetti di sostenibilità di cui tener conto?
“Certo, adesso dopo quella ambientale, stiamo vedendo la crescita della sostenibilità economica e sociale, con aspetti cruciali. Un primo tema è quello del lavoro stagionale sul quale si dovrebbe fare un ragionamento importante, ma che sia a livello nazionale. Il secondo è dare ai sindaci gli strumenti per governare al meglio: ho delle zone preziose e delicate da tutelare, dovrei per esempio poter interdire l’accesso a queste aree alle macchine ibride, trovare degli equilibri, limitare dei disagi, ma non ho uno strumento per farlo. Se il sindaco è il primo garante della sostenibilità e della sicurezza, deve avere dei poteri riconosciuti dalla legge”.
E per gestire meglio questi flussi cosa state già facendo?
“Per esempio abbiamo lavorato bene sull’allungamento della stagione. Gli incrementi di presenze che stiamo avendo negli ultimi anni infatti non sono quelli dell’alta o altissima stagione, dove si registra praticamente sempre il tutto esaurito delle strutture. Anzi, queste persone in più arrivano perché scelgono periodi di bassa stagione”.
Da aprile a settembre e oltre, ecco il processo che dilata sempre più il periodo turistico. E che fa bene al territorio prolungando il lavoro stagionale e chiedendo sempre più il coinvolgimento di giovani formati che vogliono investire nel turismo, un’altra eccellenza italiana.
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