Emicrania, arriva un farmaco orale per la prevenzione e gli episodi acuti
C’è un dolore che non si vede, che non lascia segni visibili sulla pelle ma scava profondamente nell’intimo di chi lo vive. È l’emicrania, una compagna silenziosa che accompagna quasi sei milioni di italiani nella loro quotidianità, trasformando giornate normali in battaglie contro un nemico invisibile. “Convivere con questa malattia vuol dire dividersi fra i giorni in cui si ha l’attacco acuto e gli altri in cui si teme che un episodio si scatenerà. Ansia e paura sono state per anni mie compagne fedeli, con cui dovevo fare i conti quotidianamente”, racconta Alessandra Sorrentino, presidente dell’Associazione Alleanza Cefalalgici. “Essere invisibili significa non poter parlare del dolore che si prova perché per gli altri, spesso, si tratta di un semplice mal di testa”.
Non è ovviamente un semplice mal di testa ma una condizione invalidante, che impedisce di svolgere le proprie attività quotidiane. E che non si manifesta solo a livello cerebrale, ma può provocare per esempio allodinia, cioè una sensazione di dolore anche solo se si viene sfiorati da qualcosa, insofferenza agli odori, nausea, vertigini. “L’emicrania non è solo dolore”, spiega Piero Barbanti, neurologo e docente all’Università San Raffaele di Roma. “È una malattia che spesso ha origine genetica, e si manifesta con sintomi intensi e invalidanti: dolore pulsante, nausea, vomito, ipersensibilità a luce e rumori. E a peggiorare la situazione ci pensano anche fattori come lo stress, l’insonnia, i cambi di routine”.
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La vergogna e lo stigma
In Italia, si stima che l’emicrania colpisca quasi sei milioni di persone. Le donne tra i 15 e i 50 anni ne sono le più colpite, ma non sono certo le uniche vittime. Anche gli uomini ne soffrono, spesso in silenzio, e anzi, pagano un prezzo ancora più alto a causa dello stigma sociale: una malattia invisibile è difficile da raccontare, soprattutto in contesti in cui ci si aspetta sempre efficienza e forza. “Il pregiudizio è ancora fortissimo”, sottolinea Roberto Pancaldi, direttore delle risorse umane di The Adecco Group Italia, “e incide profondamente sulla vita lavorativa delle persone. Questo pregiudizio si trasforma in assenze inspiegabili, in produttività che crolla, in carriere che si arenano. È un costo umano ed economico che raggiunge i 20 miliardi di euro all’anno in Italia, ma che va ben oltre i numeri: sono sogni infranti, ambizioni abbandonate, relazioni che si logorano sotto il peso dell’incomprensione”.
Un nuovo strumento
In questo scenario arriva una novità terapeutica, il rimborso da parte del servizio sanitario di rimegepant, il primo farmaco orale che colpisce il Cgrp (peptide correlato al gene della calcitonina), proteina chiave nella fisiopatologia dell’emicrania perché contribuisce alla dilatazione dei vasi cerebrali e alla sensibilizzazione delle vie del dolore. Il nuovo farmaco è indicato per i pazienti adulti sia per il trattamento degli episodi, quindi in acuto, sia per la prevenzione per coloro che fanno esperienza di almeno otto giorni di emicrania al mese.
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“La gestione clinica dell’emicrania richiede due approcci distinti: quello acuto, per gli episodi meno frequenti, e quello preventivo, nei casi ad alta frequenza o cronici, quando il dolore è presente per almeno 15 giorni al mese”, ha spiegato Alessandro Padovani, professore ordinario di Neurologia all’Università di Brescia e presidente della Società Italiana di Neurologia. “Un intervento tempestivo è fondamentale per ridurre il rischio di cronicizzazione, spesso aggravata dall’iperuso di farmaci sintomatici. Strategie integrate, che uniscano terapie farmacologiche e non farmacologiche con modifiche dello stile di vita, possono ridurre il peso della malattia e migliorare sensibilmente la qualità di vita”.
Efficace e sicuro
Non solo i dati analizzati negli studi clinici ma anche quelli raccolti nella vita reale confermano sia l’efficacia di rimegepant sia la sua sicurezza. “È una compressa che si assume a giorni alterni”, ha spiegato Cristina Tassorelli, neurologa dell’Università di Pavia. “Ha poche interazioni con altri farmaci, la sua ottima tollerabilità la rende indicata anche per pazienti complessi, che presentano altre patologie. La modalità orodispersibile favorisce un’elevata aderenza e porta benefici clinici, funzionali e relazionali, con un impatto diretto sulla qualità della vita”.
Sorrentino lo spiega con le parole di chi convive con l’emicrania da decine di anni: “Il farmaco può restituirci una migliore qualità della vita”. Significa non dover più rinunciare ai propri progetti, poter vivere senza dover sempre guardare l’orologio chiedendosi quando arriverà il prossimo attacco, poter abbassare il livello di stress e ansia e provare a vivere una vita di qualità.
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