No, l’aceto di mele non fa dimagrire
Chiunque si trovi a lottare con i chili di troppo vorrebbe scoprire una scorciatoia per perdere peso. I farmaci anti-obesità di nuova generazione in effetti sembrano funzionare piuttosto bene. Ma rimangono medicinali, da assumere sotto supervisione medica. Costosi e non privi di effetti collaterali. Da tempo, però, spopola sul web un metodo naturale ed economico: l’aceto di mele. Condimento dalle proprietà medicamentose – così vuole la tradizione – che aiuterebbe anche a rallentare lo svuotamento gastrico, a migliorare il profilo glicemico e la sensibilità all’insulina, favorendo così il dimagrimento e la prevenzione del diabete di tipo 2.
In effetti, una ricerca pubblicata lo scorso anno sul Bmj Nutrition, Prevention & Health aveva confermato questi benefici, riportando – in particolare – un potente effetto dimagrante. C’è però una brutta notizia: la rivista ha infatti annunciato di aver ritirato lo studio, a causa di gravi problemi metodologici nella raccolta e nell’analisi dei dati.
Ecco perché l’acqua frizzante aiuta a perdere peso e riduce la glicemia
Lo studio
La ricerca, pubblicata lo scorso anno da un gruppo di ricercatori dell’Università dello Spirito Santo di Kaslik e dell’Università americana di scienza e tecnologia di Beirut, nasceva proprio dalla popolarità che sta avendo in questi anni l’utilizzo casalingo dell’aceto di mele come rimedio dimagrante. Per verificarne gli effetti con rigore scientifico, i ricercatori libanesi avevano reclutato 120 giovani adulti di ambo i sessi, con sovrappeso o obesità, assegnandoli in modo casuale a quattro gruppi di intervento: uno che avrebbe assunto un placebo quotidianamente per 12 settimane, e gli altri che avrebbero bevuto invece cinque, 10 o 15 millilitri di aceto di mele per lo stesso periodo.

Per la durata dello studio, i partecipanti hanno tenuto un diario per documentare i loro pasti e la quantità di attività fisica svolta. E al termine delle 12 settimane sono stati quindi esaminati per verificare come fossero cambiati il loro peso, l’indice di massa corporea (Bmi) e la circonferenza dell’addome. In media, dopo tre mesi i partecipanti che avevano bevuto quotidianamente l’aceto avevano perso tra i 6 gli 8 chili, e ridotto il proprio Bmi di 2,7-3 punti, con il dimagrimento maggiore osservato nel gruppo che aveva consumato la dose giornaliera più elevata di aceto di mele. Nel gruppo di controllo non si erano osservati invece cambiamenti significativi dei parametri antropometrici. E per questo la ricerca concludeva che l’aceto di mele potrebbe avere effettivamente un potente effetto dimagrante.
Farmaci per dimagrire, il futuro sarà in pillola
I problemi dello studio
Dal momento della pubblicazione, la ricerca ha ottenuto un’ovvia popolarità sui media, e un’altrettanto elevata quantità di critiche da parte della comunità scientifica. Gli specialisti del campo hanno criticato le scelte metodologiche degli autori, la loro analisi dei dati, e segnalato diverse violazioni degli standard qualitativi della rivista che lo ospitava. Ad attirare l’attenzione, in particolare, è stato l’elevato dimagrimento riportato in media da chi aveva bevuto quotidianamente l’aceto, considerato da molti eccessivo per una sostanza di uso comune, per la quale manca una solida spiegazione biologica della sua ipotetica capacità dimagrante.
In risposta, Bmj Nutrition, Prevention & Health ha sottoposto lo studio all’analisi di un gruppo di esperti di statistica, i quali hanno valutato la qualità del lavoro, e tentato di riprodurne i risultati a partire dai dati forniti dai suoi autori. Le analisi hanno messo in luce molteplici errori nelle analisi originali, e l’impossibilità di replicarne i risultati. Con questo responso, la rivista ha ritenuto corretto ritirare lo studio, decisione a cui gli autori non si sono opposti, ammettendo gli errori e dichiarando di averli fatti senza malafede. Almeno per il momento, quindi, i presunti effetti dimagranti dell’aceto di mele tornano ad essere privi di conferme scientifiche.
Condividi questo contenuto: