Contributo banche in Manovra: si va verso ipotesi di 2,5-3 miliardi

Contributo banche alla prossima Legge di bilancio. Continua la trattative nella maggioranza tra la Lega che lo propone e Forza Italia che si è detta ancora ieri per bocca di Antonio Tajani fortemente contraria. Secondo fonti della maggioranza l’obiettivo cui si guarda concretamente, sarebbe quello di arrivare a raccogliere 2,5-3 miliardi, la metà o poco più di quelli ipotizzati dalla Lega. Secondo quanto filtra dall’esecutivo, tutto verrà comunque deciso insieme agli istituti di credito, “con molta calma”, nelle interlocuzioni che sono in corso e che continueranno nelle prossime settimane.

Lega, utili di 130 miliardi in 3 anni, contributo banche obbligo

Nel frattempo il Carroccio ribadisce la posizione. “Nei tre anni di nostro governo – si legge in una nota della Lega – le banche hanno registrato utili per circa 130 miliardi di euro, quadruplicando (!!!) il proprio valore in borsa. In questi anni i grandi istituti hanno deciso una politica di taglio dei costi, con chiusura di migliaia di sportelli e sforbiciate al personale, mentre non sono aumentati significativamente nè gli interessi corrisposti ai risparmiatori che hanno soldi fermi sui conti correnti, nè i prestiti erogati a famiglie e imprese”.

“La situazione del Paese – continua la nota . fa registrare dati positivi di cui siamo orgogliosi, dal record di nuovi posti di lavoro alla disoccupazione ai minimi, ma milioni di italiani sono ancora in difficoltà. Per questo riteniamo ragionevole chiedere un contributo alle grandi banche, a partire dagli enormi guadagni derivanti da interessi e commissioni”.

“L’obiettivo – conclude il documento – è di utilizzare quei miliardi, come stanno già facendo altri Paesi in Europa, per immetterli nell’economia reale: aumento di stipendi e pensioni, investimenti in sanità, rottamazione pluriennale di 170 milioni di cartelle esattoriali che rendono difficile la vita a 20 milioni di italiani in difficoltà. Chi ha di più, dia di più”.

Conte e il “balletto” di Tajani

Nel frattempo la dinamica in atto nel Governo non poteva non scatenare la reazione dell’opposizione. Il primo a intervenire su quanto filtrato ieri dalla festa di Forza Italia è Giuseppe Conte. Il presidente del M5s ha sarcasticamente postato sui un’immagine del ministro degli Esteri mentre danza durante la festa, salvo poi commentare che “Finiti i canti e balletti di Tajani alla festa di Forza Italia partono i festeggiamenti delle banche”. “Il ministro – aggiunge Conte – ha confermato che non metteranno ‘MAI’ tasse sugli extraprofitti miliardari. Ci accusavano falsamente di assistenzialismo quando facevamo misure per chi è in povertà”.

“Con Meloni e soci – conclude il lider del Movimento 5 Stelle – l’assistenzialismo di Stato è per i potenti e chi se la passa già benissimo: banche, lobby delle armi, giganti del web”.

Il vicepremier su detassazione ed extraprofitti

Tajani, per ora, replica direttamente solo a Conte, ribadendo comunque il suo punto di vista. “Un ceto medio è la colonna del Paese”, speiega il leader di Fi dalla festa di Telese Terme. “Vogliamo detassare gli stipendi più bassi, quelli da da 7,50 euro a 9,50 euro (lordi l’ora, n. d. r.). Non costa granché, qualche centinaio di milioni – spiega – meglio spendere così, per loro, per la sanità. Prima pensiamo a loro e poi agli altri”.

“Non vogliamo si pensi a una nuova strategia sugli extraprodfitti – aggiunge Tajani, – cosa siano non lo sa nessuno, è roba da partito comunista. Diciamo che le banche devono pagare le tasse come gli altri, in proporzione di quello che hanno guadagnato e siccome hanno guadagnato forte possono partecipare forte alla vita dello Stato. Se faccio una vessazione alle banche, spavento i mercati. Con il dialogo vogliamo ottenere risultati, non spaventare l’opinione pubblica. E, attenzione, quando parliamo di banche ci sono centinaia di popolari, di credito cooperativo che servono a far accedere al credito piccoli imprenditori e artigiani. E’ la difesa di un sistema italiano che deve mettere a disposizione soldi a chi deve intraprendere. Una battaglia di libertà”. Replicando a Conte, Tajani spiega che a suo avviso è meglio investire “200-300 milioni sulla detassazione degli stipendi su bassi “…piuttosto che per la rottamazione. “Vogliamo – conclude – che tutta l’Italia sia ceto medio e possimo farlo solo abbassando le tasse e favorendo la meritocrazia”.

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