Mattarella da Astana: “Ogni sforzo per la pace, rilanciare il multilateralismo”
ASTANA – “Le guerre distraggono dalle grandi sfide epocali, come la difesa dell’ambiente, dalle vere attese delle popolazioni”. Nevischio. Paesaggio sovietico. Grattacieli a perdita d’occhio. L’inno kazako risuona poderoso nel palazzo presidenziale. Sergio Mattarella è ad Astana per una missione che è insieme diplomatica, geopolitica, commerciale. Bisogna “fare il possibile per la pace nel mondo, rilanciare il multilateralismo, che significa pari dignità degli Stati. Invece affiorano comportamenti unilaterali e ricorsi alla forza militare che speravamo fossero ormai banditi”, dice preoccupato.
Mattarella in visita in Kazakistan: commercio e geopolitica nell’incontro con il presidente Tokajev
I “rapporti positivi” italo-kazako sono un esempio di come si fa. Costruiti nel segno dell’amicizia, “vanno a beneficio delle popolazioni”. Mattarella dice di apprezzare l’ancoraggio del Kazakistan “ai criteri della carta delle Nazioni unite”. Gli stessi nostri. Questi valori “ci uniscono”. Stamane ha avuto un lungo colloquio col presidente Qasym-Jomart Tokayev, che ha ricordato come l’Italia abbia investito negli ultimi vent’anni 7,5 miliardi di euro, 250 nostre aziende hanno piantato le tende qui, l’interscambio ormai supera 11 miliardi di dollari e quattromila studenti kazaki studiano nelle nostre università.
Il Kazakistan ci fornisce carbone (soprattutto), gas e petrolio ed ama il Made in Italy. Entri in uno dei tanti centri commerciali, dove rifugiarsi quando si gela (lo scorso Natale il termometro scese a meno 46 gradi) e ti imbatti subito nelle insegne di Cucinelli, Zegna, Dolce e Gabbana. Siamo il primo partner commerciale europeo e il terzo – dopo solo Russia e Cina – a livello globale. E’ il Paese più grande e strutturato dell’Asia centrale, e da anni ha irrobustito una politica estera indipendente che i diplomatici definiscono “multivettoriale”. Vuol dire che ha la capacità di parlare con tutti gli attori globali – quindi anche Unione europea e Stati Uniti – e non solo con il potente vicino russo o cinese. Noi abbiamo bisogno di diversificare l’approvvigionamento delle risorse energetiche. L’Eni è uno dei più importanti partner privati. Ma per la nostra economia negli ultimi tempi le opportunità stanno andando ben oltre lo storico sfruttamento di idrocarburi. Hanno appena dedicato una via a Marco Polo e aperto l’Istituto italiano di cultura. “Un’area strategica”, l’ha definita Mattarella. “I rapporti sono eccellenti, ma li possiamo ulteriormente accrescere”.
Il contesto della visita però è anche drammatico. La Russia è a un passo. Volano droni sulle teste d’Europa. Zelensky che avverte l’Italia sui possibili rischi. L’America destinata a mandare in frantumi tutte le coordinate del multilateralismo. E’ il rischio 1914 evocato da Mattarella nel recente discorso di Lubiana. E in chiave interna ci sono le preoccupazioni sulla Flotilla, una vicenda che al Quirinale seguono con attenzione, dopo l’appello lanciato venerdì scorso dal Capo dello Stato.
Astana, un ex steppa battuta da venti siberiani, è la prima tappa di un viaggio di due giorni, che poi proseguirà in Azeirbaigian. E’ una strana città, costruita da zero negli ultimi venticinque anni, per edificare una Capitale che si allontanasse da Almati, il vecchio centro, troppo vicino alla Cina. Ma seppur confinante con la Russia di Putin ha saputo mantenere autonomia e voglia di prosperità. La rende preziosa in un contesto impazzito.
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